(ACR) MOLLICA ALLA TAVOLA ROTONDA SU IMMIGRATI:RISORSA O PROBLEMA?

Il Consigliere regionale Francesco Mollica, Presidente della Terza Commissione permanente, ha partecipato, domenica scorsa alla tavola rotonda organizzata a Palazzo San Gervasio sul tema “Immigrati: risorsa o problema?” che ha messo a confronto i cittadini con rappresentanti di istituzioni politiche, civili e religiose locali.
“La recente vicenda di Rosarno – ha affermato – ci porta a riflettere, anche in Basilicata, su questioni importanti e universali: la cultura dell’accoglienza, la tutela dei diritti umani, l’integrazione multiculturale, il rispetto delle regole della convivenza civile, il valore della solidarietà, la responsabilità della politica. E’ importante non dimenticare, da italiani e in particolare da meridionali, che anche i nostri nonni e padri, tanti anni fa, agli inizi del Novecento fino agli anni ’50, furono immigrati in varie parti del mondo. Allora anche loro furono denigrati, emarginati, trattati mali, sottoposti a regole di vita disumane e costretti a fare lavori umili e sottopagati per sopravvivere, ma ce l’hanno fatta. Guardando al passato e imparando da loro, oggi nel terzo millennio, dovremmo non giungere mai a situazioni drastiche e deplorevoli come quella di Rosarno e dimostrare di essere un popolo davvero democratico ed europeo come diciamo di essere”.
“Anche in Basilicata – ha sottolineato il Presidente Mollica – è presente il problema dell’immigrazione di extracomunitari e bisogna pensare concretamente alla loro integrazione. E’ però, prima di tutto, un fatto di cultura. Si dovrebbe poi risolvere, con caparbietà e illuminazione politica, un serio problema: il problema del lavoro regolare e non in nero, soprattutto per le coppie di immigrati giovani che si trasferiscono sempre più nei nostri borghi natii. Centri abbandonati dai nostri giovani che da partono per il Nord Italia o per l’estero, in cerca di fortuna. Fortuna che qui non trovano”.
“Esaltare il valore della diversità in senso democratico – ha aggiunto – è il primo gradino per giungere all’integrazione in una società multietnica. Innanzitutto, bisogna concretizzare un collegamento massiccio, ‘istituzionale e internazionale’ tra le richieste di manodopera, comunque non indifferenti, delle imprese italiane e la forza lavoro sia essa regolare o clandestina, in modo che, in base alla richiesta, si proceda anche alla regolarizzazione, questo ovviamente prima di procedere all’espulsione. E soprattutto si deve creare un collegamento tra l’Italia ed i vari stati d’origine da dove parte l’immigrazione”.

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