“I ‘bonus’ annunciati dal ministro Scajola e contenuti nel Piano Sud con l’obiettivo di far tornare i giovani talenti che abbandonano le regioni meridionali e gli sgravi fiscali per le imprese del Sud sono due delle proposte più rilevanti per dare una svolta alla storica ‘questione meridionale’ passando dallo studio socio-economico alle ‘ricette’ per risolvere i problemi”. E’ il commento del consigliere regionale di Fi-Pdl, Franco Mattia, sottolineando che “Il Piano Sud è la testimonianza che il Sud è una priorità assoluta del Governo che ha insediato da mesi una task force ed ha lavorato alacremente alla definizione del documento programmatico che verrà presentato quanto prima. Tra gli elementi innovativi, c’è sicuramente la trasformazione dei Contratti di Programma, che non poche delusioni hanno prodotto in Basilicata, in Contratti di Sviluppo per garantire reali posti di lavoro specie nei distretti in crisi”.
“Il rilancio dell'impresa, del lavoro e dell'iniziativa dei cittadini meridionali e le azioni messe in campo, soprattutto, verso le centinaia di migliaia di giovani diplomati e laureati costretti ad un'emigrazione di necessità che fiacca senza speranza il Mezzogiorno – continua Mattia – sono, dunque, le strategie da perseguire per ridare speranza al Sud che può rinascere solo all’interno della prospettiva euro-mediterranea. Serve una politica economica ed estera di rilancio della nostra economia capace di cogliere le grandi occasioni di sviluppo offerte dall’uscita dalla crisi mondiale. Il Mezzogiorno – aggiunge il consigliere di Fi-Pdl – è, dunque, un’occasione non solo per l’Italia, ma anche per tutta l’Europa. Bisogna coltivare nuove direttrici del commercio, nuovi canali di distribuzione e nuove relazioni politico-commerciali. E tra le priorità: la costruzione di un sistema logistico che, unificando la sponda nord a quella meridionale, sia grado di riportare il Mediterraneo al centro del mondo; investimenti in tecnologie ; la formazione di prim’ordine a livello scolastico ma, soprattutto, a livello universitario per rispondere al meglio, sia al declino demografico (italiano e in parte europeo) sia alla scarsità di risorse umane giovani e formate di alcune aree del Paese e in particolare dei Paesi che si affacciano sulle sponde meridionali e orientali del Mediterraneo. Il capitale umano è, infatti, sempre più il fattore critico di successo nei modelli economici moderni”.