(ACR) INDOTTO SATA, NAPOLI: CHIEDERE MAGGIORI GARANZIE A LINGOTTO

Il consigliere regionale Michele Napoli del gruppo di An verso Pdl, in merito alla riapertura della Sata di Melfi ha dichiarato in una nota: “la riapertura dello stabilimento Fiat di Melfi, dopo due settimane di cassa integrazione, consente alla grande industria lucana di ripartire e guardare con fiducia al 2010. L’amministratore delegato del gruppo torinese, Sergio Marchionne, ha più volte dichiarato il ruolo strategico e centrale che lo stabilimento Sata ricopre all’interno del gruppo del Lingotto e questo, sicuramente, dovrebbe rassicurare le migliaia di lavoratori lucani impegnati nello stabilimento”.

“Considerando, invece, le vicende che hanno caratterizzato il 2009 – ha continuato Napoli – con diversi stabilimenti dell’indotto andati in crisi, le istituzioni regionali dovrebbero chiedere maggiori garanzie all’azienda torinese rispetto ad un suo diretto coinvolgimento nelle vicende dell’area industriale di Melfi. L’indotto è stato pensato e voluto proprio dal Lingotto che ha richiesto una autosufficienza locale, per poter produrre vetture con l’ausilio di aziende che forniscano pezzi ‘finiti’ alla Sata. Numerose aziende sono nate grazie ai finanziamenti statali e non si può assistere alla chiusura sic et simpliciter di unità che trasferiscono altrove la propria produzione continuando ad essere fornitori della Sata, atteso che l’azienda torinese continui a rifornirsi di pezzi che non abbiano più il ‘marchio’ dell’area industriale di Melfi. Il futuro dello stabilimento lucano – ha aggiunto Napoli – è legato sicuramente al futuro delle aziende dell’indotto ed è per questo che riteniamo urgente un confronto aperto con la Fiat e gli stabilimenti dell’area industriale di San Nicola di Melfi per tracciare un percorso che consenta di evitare crisi e chiusure come quelle dell’anno appena trascorso. Maggiore decisionismo e peso politico – ha concluso – sono fondamentali per non perdere il treno della ripresa economica che sta già mostrando le sue prime avvisaglie in un 2010 che rappresenterà l’anno della svolta per la nostra economia”.

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