“Donne strappate, il mondo al femminile visto da un obiettivo diverso”, è il tema della manifestazione promossa dalla Commissione regionale Pari Opportunità e patrocinata dalla Provincia di Potenza, dal Comune di Potenza e dalla Biblioteca Provinciale di Potenza, con l'adesione di Telefono Donna, dell'Associazione Libera, delle Federcasalinghe e della Consigliera di parità della Provincia di Potenza. Si tratta di un progetto multimediale, quindi non solo fotografico, risultato di una ricerca sulla contaminazione comunicativa dei manifesti strappati.
La mostra evento che si terrà dal 27 al 31 gennaio prossimi, all'interno delle scale mobili Centro Storico – Via Armellini a Potenza, ospiterà momenti diversi di comunicazione grazie al lavoro oltre che di Leonardo Nella che ha curato la fotografia, la progettazione e la direzione, anche di Umberto Gasperini, architetture dell’istallazione; dell'Associazione Tumbao, programmazione live music; della
Linearte, comunicazione e design; di Domenico Tedone, design logo; di Vito Verrastro, rapporti con la stampa e con la partecipazione involontaria degli autori delle fotografie originali utilizzate sui manifesti.
“L'attualità – spiega il fotografo Nella – riporta e racconta delle donne, delle violenze fisiche e psicologiche che subiscono e che spesso tacitano. A volte non si percepisce nemmeno il 'lato oscuro' delle belle immagini di donne e dei loro corpi sui manifesti, come modelli/merce e sirene pubblicitarie; questo è lo spunto per un ragionamento e una provocazione dove le immagini diventano ambiti di riflessione e considerazioni politiche, economiche, culturali e sociali”.
“L’iniziativa – sottolinea la presidente della Commissione delle pari Opportunità, Antonietta Botta – ha l’obiettivo di accendere i riflettori sulle attuali strategie comunicative, ma soprattutto sulle violenze, non solo fisiche ma anche psicologiche che, purtroppo, le donne subiscono in diversi ambiti. Spesso nelle campagne pubblicitarie si assiste ad un utilizzo improprio del corpo della donna, alimentando, così, messaggi negativi e facendo affermare una mentalità che la considera oggetto”.