“Nella manovra di assestamento di bilancio approvata dalla Giunta regionale e che sarà presto all’esame del Consiglio non vanno dimenticati gli interventi nel settore della cultura e dei beni culturali, perché per la responsabilità a cui siamo chiamati tutti in questa difficile fase segnata dai tagli del Governo è bene dare priorità al welfare ed al lavoro, ma bisogna garantire la prosecuzione di attività culturali che, proprio per effetto di tagli ministeriali e governativi, rischiano di scomparire”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Autilio (Idv), per il quale “c’è bisogno di poche risorse finanziarie aggiuntive e, soprattutto, di una sapiente operazione di razionalizzazione della spesa nel settore”.
“Il disegno di legge “Norme in materia di beni, attività culturali e spettacolo della Regione Basilicata” che la Giunta regionale ha approvato allo scadere nella scorsa legislatura – continua Autilio – è senza dubbio il punto di ripartenza. Il provvedimento, a cui ho lavorato con una squadra di esperti, e che non ha avuto il tempo di essere discusso in Consiglio, è determinato da una serie di elementi tra i quali l’evoluzione del quadro normativo nazionale ed il progressivo cambiamento degli orientamenti in materia di Beni, Attività Culturali e Spettacolo, la modifica della Costituzione in senso federalista con la conseguente approvazione del Nuovo Codice dei Beni Culturali, in modo da pervenire alla definizione di un adeguato quadro normativo al fine di promuovere e valorizzare i caratteri di unicità e specificità che connotano la Basilicata, con l’obiettivo di stimolare la competizione ed il protagonismo dei territori in un’ottica di rete. Tra le novità principali alla base della sempre più urgente necessità di regolamentazione del settore cultura – sottolinea Autilio – c’è l’esigenza di concentrare energie, mezzi e risorse su beni ed attività culturali che abbiano i caratteri della qualità, rilevanza e stabilità, puntando a canalizzare tutte le risorse finanziarie a destinazione culturale, a qualsiasi titolo, rivenienti nel bilancio regionale in un unico ed unitario sistema di gestione ed impiego non solo per evitare dispersioni e frammentazioni ma soprattutto assicurare loro reale ed effettivo aggancio alla programmazione di settore nel suo complesso”.
“Come ho sostenuto nei giorni scorsi riprendendo il grido di allarme di Federculture, dobbiamo prepararci a far fronte con nostre risorse finanziarie ai pesanti tagli statali se non vogliamo che programmi avviati negli anni passati, come quelli della valorizzazione della ‘cultura arbereshe’, della ricerca sui dialetti, della promozione del teatro nei piccoli centri siano interrotti. E nell’azione regionale di promozione e di sostegno – precisa il vice presidente del Consiglio regionale – vanno privilegiati interventi di tutela, valorizzazione e fruizione che siano ‘strutturanti’ e non effimeri. Di qui la previsione, da un lato, di specifiche disposizioni sugli standard minimi di qualità e quantità per il patrimonio materiale e dall’altro di appositi registri regionali per gli operatori dell’offerta culturale”.