“Parlare di Regione Basilicata significa dare un forte senso di identità a confini geografici che hanno trovato una loro collocazione non limitata alla distinzione territoriale, ma in grado di accomunare un popolo che ha gli stessi usi, gli stessi costumi e – soprattutto – le medesime necessità ed interessi convergenti”. Lo ha detto il capogruppo di “Alleanza per l’Italia”, Alessandro Singetta, per il quale i 40 anni dalla istituzione delle Regioni “sono un lasso temporale importante, sia nella vita delle persone che delle istituzioni. Anni in cui si è formata e radicata la nostra identità territoriale di lucani, anni che hanno visto la nostra Regione superare prove difficili, a partire dal terremoto del 1980. Né è possibile dimenticare, in questo veloce excursus, il tentativo del Governo di individuare Scanzano quale deposito delle scorie nucleari”.
“Battaglie vinte – ha detto Singetta – ma che richiedono un'attenzione sempre elevata. La Basilicata è un territorio spogliato dei suoi beni primari (come l'acqua), oggetto di profonde devastazioni territoriali derivanti dalle estrazioni petrolifere, che non può continuare a pagare un prezzo insostenibile per lo sviluppo del territorio e la salute dei cittadini. Qualunque sia la compensazione promessa”.
“Con il federalismo l'Italia, e, quindi, la Basilicata, potrà essere un paese migliore – ha sottolineato Singetta – a patto che ‘lo Stato – per usare le parole di Don Sturzo nell'Appello ai liberi e forti del 1919 – sia veramente popolare, riconosca i limiti della sua attività. rispetti i nuclei e gli organismi naturali (la famiglia, le classi, i Comuni), rispetti la personalità individuale ed incoraggi le iniziative private’. In effetti, come ha affermato anche il Presidente della Regione, Vito De Filippo, non abbiamo bisogno di un federalismo a giorni alterni, ma di una diversa gestione delle risorse che sappia tener conto dell'esigenza di ridistribuire parte di quelle generate dalle aree forti del paese, in grado di compensare anche le carenze infrastrutturali che spesso incidono pesantemente sulla capacità produttiva, penalizzando oltremodo le aziende locali. Abbiamo bisogno di un federalismo che ci consenta di decidere quali destinazioni dare alle nostre risorse ( idrocarburi ed acqua per tutte), quali compensazioni richiedere per i costi che le estrazioni petrolifere ci impongono, senza essere costretti – come purtroppo è avvenuto ed ancora avviene – ad accettare scelte calate dall'alto”.