“La celebrazione del Quarantennale ricade in una fase delicata del dibattito politico nazionale, alle prese con le pulsioni per una nuova e più accentuata esplicazione di autonomia da parte delle Regioni e di una crisi economica internazionale di proporzioni non conosciute dagli attuali ordinamenti democratici. L’occasione di questo incontro mi ha stimolato ad una rilettura delle aspettative e delle tensioni morali dei nostri ‘padri regionali’. La rilettura del discorso di insediamento pronunciato dal primo Presidente della Regione Basilicata, Vincenzo Verrastro, ha evidenziato come, le aspettative di allora, siano in buona parte, ancora le aspettative di oggi. I nostri padri hanno visto, nella istituzione delle Regioni, la possibilità di elevare la responsabilità delle classi dirigenti locali verso la soluzione dei problemi delle Comunità”. Lo ha affermato il capogruppo del Pdl, Nicola Pagliuca, intervenendo alla cerimonia solenne per i 40 anni della Regione Basilicata. “L’autonomia regionale – ha continuato Pagliuca – era salutata come l’unico mezzo per rendere possibile quel coniugo fecondo tra società civile e Stato. Il dibattito di oggi rilancia quelle dichiarazioni autonomistiche introducendo la sfida del federalismo fiscale, che è un metodo attraverso cui responsabilizzare le popolazioni all’interno dello Stato unitario nel rispetto delle proprie identità culturali. Chi vi parla crede nel valore della Patria e nell’Unità d’Italia quale eredità del nostro Risorgimento, da difendere e rilanciare in chiave moderna, ma, quale componente di quella ‘gioventù’ a cui guardava Verrastro all’atto del varo dello Statuto regionale, sono altresì consapevole che qualcosa non ha funzionato. Sono molti i problemi che continuano a sussistere all’avvio di questo terzo millennio, quali la disoccupazione, l’emigrazione, lo sfruttamento delle risorse del territorio, il divario economico con le altre Regioni, le infrastrutture. Il Quarantennale deve essere, non solo un momento di celebrazione, ma una occasione per correggere la direzione fissando un nuovo punto di partenza per un futuro più prospero. L’utilizzo appropriato delle risorse è il cardine su cui imperniare l’azione delle forze politiche e sociali del territorio. La Regione non può e non deve accentuare fenomeni di nuovo centralismo a discapito degli Enti locali e delle Autonomie funzionali. Ciò è errato e non costituisce stimolo per i cittadini. Occorre aumentare gli spazi di libertà della società, limitando al ruolo di indirizzo e controllo quello della Regione. Ai giovani bisogna restituire la certezza di una società meritocratica, capace, per ciò stesso, di aiutare chi resta indietro.