Nella riunione della Commissione “Controllo, verifica e monitoraggio” sono stati auditi il direttore di Acquedotto Lucano e i presidenti di Unitre e Unitep
Si è parlato di acqua e di cultura per la terza età nel corso della riunione della quinta Commissione consiliare, presieduta dal consigliere Michele Napoli (Pdl). Nell’organismo, che si occupa di “Controllo, verifica e monitoraggio”, ieri, sono intervenuti il direttore di Acquedotto Lucano e i presidenti delle principali Associazioni della Terza Età nei due capoluoghi di Provincia.
In apertura dei lavori è stato audito Gerardo Marotta, direttore di Acquedotto Lucano Spa, che ha relazionato “sull’attività svolta dalla società, sui programmi e sugli obiettivi, tra efficienza gestionale e nuove possibilità energetiche”.
Il direttore di Al ha riferito che “dal 2003, da quando, cioè, è stata avviata la gestione unitaria del servizio idrico integrato in tutti i Comuni lucani, è stato gradualmente introdotto un sistema tariffario unico per tutti i Comuni della Basilicata. La titolarità del servizio idrico integrato in capo ad Acquedotto Lucano ha fatto registrare, nell’arco di sette anni, una riduzione dei costi in precedenza sopportati da ciascuna amministrazione comunale pari al 30 per cento. L’obiettivo di continuare ad abbattere i costi di gestione sarà perseguito, anche, attraverso l’entrata a pieno regime del sistema di tele-lettura dei consumi, attualmente in via di sperimentazione in alcuni quartieri di Potenza e Matera”.
Per quanto riguarda, invece, la riduzione della dispersione di risorse idriche lungo la rete di distribuzione, l’applicazione di un metodo di calcolo uniforme su tutto il territorio nazionale ha evidenziato che in Basilicata le perdite equivalgono al 30 per cento dell’acqua immessa in rete. Un dato riferito alla dispersione “tecnica”, a fronte cioè dello stato di reti, valvole e condutture, e alla dispersione riferita agli usi impropri. “Compito di Acquedotto Lucano – ha riferito Marotta – è proprio quello di effettuare investimenti e adottare soluzioni tecnologiche per innovare un sistema infrastrutturale che presenta ancora molte criticità”.
Il direttore generale di Al, inoltre, ha riferito che “la società sta ponendo in essere azioni affinché anche la Regione Calabria, così come già avvenuto per i Consorzi industriali e i Consorzi di bonifica, si assuma l’onere della bolletta dell’acqua che viene erogata”.
Ma è all’abbattimento dei costi energetici, più in generale, che punta Acquedotto Lucano: in vista, cioè, di un accordo in via di definizione con la Società energetica lucana che consentirà la realizzazione di impianti per l’autoconsumo, mentre già si guarda alle potenzialità del fotovoltaico, con il progetto di realizzazione di due impianti nei prossimi tre mesi.
Marotta ha fatto, infine, riferimento ai costi per smaltire i fanghi della depurazione che, attraverso intese con la Regione Basilicata e con le Amministrazioni provinciali, potranno essere conferiti in impianti in grado di trasformarli in energia. Un progetto a cui si aggiunge quello a cui sta collaborando anche l’Università della Basilicata per l’utilizzo dei fanghi mineralizzati da ‘spalmare’ lungo la fascia jonica e arginare, così, il fenomeno di ingresso d’acqua salmastra nei campi.
Qualità sotto controllo, per l’acqua lucana: con la “carta d’identità” attribuita a ciascun Comune con il dettaglio dei valori idrici, ma anche una azione costante di monitoraggio che, di recente, ha consentito di deviare tempestivamente la distribuzione idrica a Barile e Melfi con l’approvvigionamento da altre sorgenti, a fronte del rilevamento di una minima concentrazione di arsenico. “Con la Regione – ha detto Marotta – stiamo, inoltre, valutando di utilizzare una quota di investimenti per poter accedere a fondi comunitari con cui sostenere la gestione delle grandi infrastrutture del sistema di depurazione che, articolato su 131 comuni, conta circa 180 depuratori. Mentre è in fase di implementazione un sistema informativo territoriale di rilevazione satellitare che consentirà un monitoraggio continuo dello stato dei depuratori, attraverso un sistema altamente innovativo in ambito nazionale”.
Per il presidente Napoli l’audizione è stata “anche l’occasione per fare chiarezza e mettere ordine – ha detto – su fatti spesso riportati dai media locali in riferimento al peso dell’organico di Acquedotto Lucano”. “La spesa annua per il personale – ha risposto il direttore di Al – si aggira intorno ai 17 milioni di euro, mentre si contano complessivamente 400 unità che fino al 2008 sono state reclutate con il ricorso alla chiamata diretta, mentre di lì in poi il turn over è stato garantito attraverso l’espletamento di pubblici concorsi”. “Allo stato attuale – ha sottolineato il presidente della quinta Commissione Napoli – si evidenzia una carenza dei fontanieri, cioè di personale di pronto intervento in caso di necessità, per via del pensionamento e per le difficoltà di reperirli sul mercato”.
A seguire, sono intervenuti ad illustrare programmi e problematiche delle Associazioni delle Tre Età: Silvio Aprea presidente Unitre di Potenza, nonchè vicepresidente nazionale da sei anni; Francesco Nicoletti presidente di Unitre di Matera; Antonio Pellecchia presidente dell’Unitep di Matera. Audizioni utili alla quinta Commissione per approfondire e valutare il fenomeno della proliferazione sul territorio regionale delle Associazioni dedicate alla promozione culturale per i più anziani, a fronte dei finanziamenti regionali sempre meno consistenti.
In Basilicata si contano oggi complessivamente 3 mila iscritti alle 29 associazioni delle Tre Età presenti in tutta la regione. Dovranno farsi bastare il contributo regionale che si è notevolmente contratto, passando dal 50 per cento al 22,7 per cento rispetto alle spese rendicontate nell’anno precedente.
Nel sottolineare il grande valore che tali associazioni, a carattere volontario, rivestono, anche e soprattutto, nei piccoli centri della Basilicata e la loro naturale predisposizione ad un’apertura trasversale alle più diverse fasce della società, i presidenti delle Associazioni delle Tre Età hanno lanciato l’auspicio che la Regione possa rivedere la disponibilità dei contributi da devolvere in loro favore e procedere ad un aggiornamento della normativa del 1998, adeguando ai tempi il concetto di “attività formativa e culturale” che è arrivato ad avere oggi un respiro di gran lunga più ampio rispetto al passato a fronte delle nuove possibilità tecnologiche e di rivalutazione delle tradizioni in una società in cui si è notevolmente allungata la prospettiva di vita.
Nell’esprimere rammarico per “l’esiguità del contributo regionale messo a disposizione quest’anno, in favore di presidi culturali e sociali così importanti per le comunità locali”, il presidente Napoli ha assicurato “l’impegno da parte della Commissione ad una revisione della legge che tenga conto delle indicazioni fornite dagli intervenuti, nell’ottica di una collaborazione che possa proseguire, anche, se dovesse rendersi necessaria una complessiva ridefinizione dell’articolazione delle Associazioni sul territorio al fine di evitare sovrapposizioni e una spartizione, fin troppo eccessiva, delle risorse per ciascuna realtà”.