“Dopo la rottura del patto di acciaio sull’acqua lucana tra i Governatori De Filippo e Vendola e l’intesa bipartisan raggiunta oggi in Consiglio Regionale che registra un caso rarissimo di condivisione di valutazioni politiche, questa volta contrarie al secondo adduttore del Sinni, tra il sottosegretario Viceconte, anche se non mi pare che il Ministro Fitto la pensi allo stesso modo, e i massimi esponenti politici regionali del Pd, il sen. Bubbico e De Filippo, ci aspettiamo un atto consequenziale: la messa in mora della Regione Puglia perché debitrice di almeno 46 milioni di euro”: è quanto sostiene il coordinatore regionale di Fli, sen. Egidio Digilio.
“La notizia fornita dal Presidente De Filippo dell’avvenuto versamento da parte di Acquedotto Pugliese dei 13 milioni di euro dovuti alla nostra Regione a completamento del trasferimento definitivo di tutte le azioni della Regione Basilicata in Acquedotto Pugliese, come avevo sollecitato da qualche mese – aggiunge – è sicuramente un fatto positivo ma adesso bisogna continuare ad esigere quanto ci spetta. Confesso – continua Digilio – che mi appassiona poco il dilemma “seconda canna del Sinni sì o no” quanto piuttosto l’aggiornamento dell’Accordo di Programma del 1999 fra le due Regioni e lo sblocco dei programmi da realizzare a tutela di sorgenti, invasi, impianti con i fondi dovuti dalla cosiddetta salvaguardia ambientale. Programmi che rispondono a numerosi obiettivi, oltre a quello principale di difendere le risorse idriche, specie per accrescere l’occupazione nel comparto idraulico-forestale e le opere di difesa delle aree fluviali che minacciano continuamente allagamenti e distruzioni di terreni agricoli”.
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