Il completamento e l’adeguamento dell’impiantistica e l’innalzamento della percentuale della raccolta differenziata, con una marginalizzazione del trattamento in discarica, rappresentano la vera svolta per una gestione innovativa dei rifiuti. Attorno a questa premessa, sottolineata in apertura dei lavori dal vicepresidente del Consiglio Provinciale di Potenza, Donato Sperduto, si è sviluppata la seconda sessione del convegno “Raccolta Differenziata. Impegno comune”, dal titolo “L’impiantistica a servizio di un efficiente sistema di gestione integrata dei rifiuti”.
Punto di partenza del confronto il piano provinciale dei rifiuti del 2002, aggiornato nel 2008, e l’intesa istituzionale sul sistema integrato di gestione dei rifiuti solidi urbani del gennaio 2009 tra la Regione Basilicata e le Province di Potenza e Matera, illustrati dal dirigente dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Potenza Antonio Santoro. “L’intesa – ha specificato – conferma ciò che prevede il piano vigente e affida alla Provincia di Potenza la realizzazione di 7 stazioni di trasferimento (Rapone, Genzano, Baragiano, Trivigno, Viggiano, Noepoli e Chiaromonte) utili ad ottimizzare la gestione dei flussi di rsu, con un risparmio sui costi di trasporto, di un avviso per la manifestazione di interesse da parte dei privati di un impianto di compostaggio intercomprensoriale nell’area centro, di 25 mila tonnellate annue, e la conversione delle piattaforme di trattamento meccanico-biologico di Sant’Arcangelo e Venosa , destinando il 50% della capacità di trattamento alla trasformazione in compost di qualità”. “La Provincia in questi mesi – ha aggiunto Santoro – è stata impegnata su questi quattro fronti, raggiungendo risultati importanti. L’Ente ha infatti già predisposto il progetto preliminare per l’impianto per il trattamento della frazione organica di Venosa e Sant’Arcangelo ed ha selezionato il progetto da mettere a bando per la realizzazione dell’impianto di compostaggio intercomprensoriale dell’area centro. Gli interventi previsti dall’intesa saranno inseriti entro questo mese nel programma triennale delle opere pubbliche”. Santoro si è inoltre soffermato sugli impianti previsti dal piano, sottolineando che a regime si avrebbero volumi di rifiuti programmati per 11 anni. Sulla raccolta differenziata invece il dato per il 2009 è di 12,55% con punte di eccellenza.
Il tema del sistema integrato della gestione dei rifiuti, come mix di tecnologie da utilizzare in base alle diverse esigenze del territorio, è stato trattato da Salvatore Masi, docente dell’Università di Basilicata, che ha ribadito l’esigenza di realizzare il completamento e l’adeguamento dell’impiantistica il più in fretta possibile. “ Attualmente, anche se con una lieve flessione rispetto agli anni precedenti, si utilizza ancora molto la discarica ma con l’impiantistica a regime – ha affermato – la Regione Basilicata balzerebbe ai primi posti come sistema tecnologico, ovviamente con un una percentuale di raccolta differenziata al 50 per cento”.
Durante il convegno c’è stato anche spazio per mettere a confronto diverse esperienze nella gestione dei rifiuti: il direttore divisione ambiente di Etra Spa Walter Giacetti ha illustrato il sistema del trattamento delle frazioni organiche in Veneto mentre il consulente della gestione dei rifiuti della Regione Puglia Massimiliano Piscitelli ha parlato del superamento dell’emergenza rifiuti del 2004, attraverso una serie di azioni che hanno portato, ad esempio, la raccolta differenziata dal 4% del 1999 al 15,7% del 2010.
Il dirigente del dipartimento ambiente della Regione Basilicata Francesco Ricciardi ha, poi, illustrato lo stato attuale della gestione dei Rsu in Basilicata, che è caratterizzato da un deficit impiantistico, dovuto alla mancanza o inadeguatezza degli impianti di trattamento, e da uno scarso radicamento della differenziata. Per il superamento di tali criticità la Giunta regionale ha istituito l’osservatorio regionale dei rifiuti e ha messo in campo programmi di incentivazione della raccolta differenziata che coinvolgono l’intero territorio. Il dirigente Ricciardi ha anche assicurato che nessuna risorsa finanziaria sarà destinata alla costruzione di nuove discariche, che dovranno divenire strumento marginale nella filiera di gestione dei rifiuti solidi urbani, in un’ottica di recupero di energia. Ha concluso la sessione Michele Buonomo, della segreteria nazionale Legambiente, che ha invitato a considerare in prospettiva il problema dei rifiuti per evitare le emergenze come quella verificatasi in Campania e a cambiare paradigma, pensando sull’esempio di paesi come Danimarca, Olanda e Germania alla reintegrazione dei materiali fin dal momento della loro produzione.
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