(Artè) Picerno (Pz) – E' visitabile l'interessante rassegna documentaria Due architetture a confronto – La chiesa dell’Annunziata e il convento dei Cappuccini. Le preesistenze architettoniche prese a riferimento nell’allestimento della mostra rappresentano, due testimonianze architettoniche, tra le più interessanti della Basilicata. La chiesa dell’Annunziata, ubicata nel centro storico dell’abitato, risale nell’impianto originario al XIV secolo. L’edificio, di dimensioni contenute e di semplici linee architettoniche, aveva in origine uno sviluppo planimetrico ad aula unica rettangolare terminante con l’abside semicircolare; successivamente, a seguito di un ampliamento, la pianta assunse un’insolita pianta trapezoidale. L’interno è caratterizzato dall’altare maggiore barocco in marmi policromi; questo, di buona fattura, è sormontato da un’alzata in legno riccamente decorata con figure di angeli e putti, con al centro il gruppo ligneo dell’Annunciazione.
Il portale trecentesco della facciata conserva ancora un portone ligneo intagliato del 1506, opera pregevole dell’artigiano locale Bartolomeo Caivano. La scoperta, nel 1974, di affreschi cinquecenteschi nella cripta della chiesa originaria è stata l’occasione per un intervento di restauro che ha restituito alla comunià una testimonianza cultuale tra le più significative della Regione. La seconda architettura è costituita dal convento dei Cappuccini. Costruito nel 1590 con attigua chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi, contava sedici celle oltre ad alcuni locali a piano terra. Le cappelle della chiesa e i corrispondenti locali al piano superiore furono realizzati, molto probabilmente, tra la fine del secolo XVII e l’inizio del successivo.
Nel corso dei secoli il convento non ha subito significativi rimaneggiamenti, presentandosi oggi come uno degli esempi più importanti dell’edilizia francescana in Basilicata, essendo pervenuto integro nelle sue forme originarie. L’impostazione architettonica e planimetrica, semplice ed essenziale, che denota l’assoluta funzionalità dell’impianto, garantisce percorsi lineari e ben organizzati consentendo di scandire nell’immaginario collettivo ritmi e funzioni della comunità monastica.
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