Studiosa, interprete, danzatrice della musica tradizionale del sud Italia. Maria Anna Nolè è stata definita da Eugenio Bennato “interprete della Basilicata che balla”, espressione che racchiude i trent’anni di attività professionale e passione per la taranta, intesa come terapia che libera l’anima, danza catartica e introspettiva. Una passione nata tra i banchi dell’Università degli studi della Basilicata con un gruppo di giovani musicisti “Rabatana” fondato da Mirko Rauso, 15 anni con i Tarantolati di Tricarico, 4 anni con Antonio Infantino, ospite frequente nei live di Eugenio Bennato e ora danzatrice performer delle Officine Popolari Lucane di Pietro Cirillo. Una passione che non l’ha mai abbandonata e anche nei momenti difficili “lei c’era sempre e mi chiamava”. “Quando si balla si racconta una storia del passato e bisogna farlo con rispetto. Il mio è stato un approccio di studio mentre ora è spesso spettacolarizzazione”.
Fondatrice della compagnia di danza popolare sperimentale “Iatrida” con altre ragazze, portano in scena uno spettacolo che è “come guardare un libro di care immagini sbiadite, una storia del passato”. Da vent’anni gestisce laboratori con le donne, “un percorso didattico e, non un corso di danza dove ogni donna si mette in gioco facendo un viaggio introspettivo”.
Per saperne di più guarda l’intervista: