All’indomani della giornata internazionale del benessere, che ha visto sabato scorso a Potenza un momento di confronto e partecipazione civica con l’evento pubblico “La Cura dei Luoghi, la Forza delle Persone”, l’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico, torna a sottolineare l’importanza dell’aggiornamento del Piano Regionale del Welfare della Basilicata.
“Nell’agenda politica del governo regionale – afferma l’assessore – stiamo mettendo l’accento sulle politiche sociali, costruendo un Piano sociale che manca da molti anni e che cammini in maniera parallela con il nuovo Piano sanitario regionale su cui stiamo lavorando. Le politiche sociali sono un architrave delle politiche sanitarie, perché tutti i bisogni sociali che non sono presi in carico e accompagnati finiscono purtroppo per trasformarsi in domanda sanitaria. Noi dobbiamo agire sul lato dell’offerta, assicurando buoni servizi, ma anche sul lato della domanda, cercando di deflazionare la domanda sanitaria non appropriata. La rete dei servizi sociali ha anche questo valore”.
“Naturalmente – aggiunge l’assessore – ha un valore ancora più significativo, che è il bene delle persone e delle comunità. Viviamo in una regione che in passato ha goduto di una rete sociale molto fitta. Le nostre comunità erano un esempio di reti sociali informali, prima che intervenisse lo stato a costruire reti di servizio con il ‘welfare state’ chi portava un bisogno era aiutato dal vicinato, dalla famiglia, dagli amici. I nostri paesi sono stati un esempio di comunità, di accoglienza, di solidarietà. Ora quel mondo non c’è più anche da noi, o c’è in minima parte, e dobbiamo provare a ricostruire, a partire dai borghi rurali, una rete sociale che deve poter vigilare, accogliere, supportare, aiutare. In questo senso c’è il Piano che stiamo provando a fare. Abbiamo messo in bilancio 30 milioni di euro per le politiche sociali, cosa mai accaduta, sia per finanziare i nove piani d’ambito territoriali e le aggregazioni di Comuni che gestiscono i servizi sociali, a cui abbiamo aggiunto anche risorse di provenienza comunitaria”.
“Abbiamo intenzione di fare delle politiche sociali un punto centrale – conclude Latronico – e naturalmente anche di fare delle politiche sociali una leva di sviluppo perché il benessere, la qualità della vita, finisce per essere un attrattore straordinario per trattenere le persone e per farle venire. Noi godiamo già di una buona qualità ambientale, ma se costruiamo reti sociali di accoglienza, partendo dalle realtà più fragili che hanno necessità, come gli anziani e i disabili, costruiamo una condizione anche attrattiva dal punto di vista dello sviluppo, e creiamo nuovo lavoro. La cura delle persone, insieme certamente ad altri fattori, è il futuro del lavoro, come ci dicono gli studiosi. Perché mentre si spezzano le reti storiche di assistenza e di cura dobbiamo costruirne altre. E nella costruzione di assistenza e cura della comunità si costruiscono le condizioni per un nuovo e qualificato lavoro”.