"Si rinnova, anche da parte di Legambiente, la richiesta di ottenere dalle 12 concessionarie che operano in Basilicata il giusto ristoro per la finanza pubblica per la coltivazione dei giacimenti idrici. Passare dalle attuali 377.mila euro a oltre 7 milioni di entrate è possibile: solo due centesimi a litro di fronte alle attuali misere riscossioni”.
E’ quanto dichiara con una nota Pietro Simonetti del Centro Studi e Ricerche economiche e sociali (Cseres).
“Il settore delle acque minerali, assieme alle cave e torbiere, all'eolico e solare, è molto redditizio per le imprese e pochissimo per le casse pubbliche, quelle regionali comprese. Ottenere – conclude – più risorse dalle gestioni private, compresa più occupazione in chiaro, significa investire anche in tutela ambientale e bonifica dei territori a partire dal Vulture ".