Fit-Cisl su sequestro ufficio riparazioni Trotta

La Segreteria Regionale della Fit-Cisl di Basilicata fa sapere in una nota che “è venuta a conoscenza tramite i propri iscritti che nella giornata di oggi, la polizia giudiziaria ha eseguito il sequestro dei locali Officina e Autolavaggio della Società Trotta Bus Service, attuale gestore in proroga del Servizio di trasporto pubblico Urbano della città di Potenza. La Segreteria Regionale della FIT – prosegue il comunicato – con varie note ha da sempre denunciato formalmente le inadempienze e le inottemperanze della Società alle normative nazionali per la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, denunce che sono state inoltrate anche all’Amministrazione Comunale, ma che dal 1 gennaio 2016 sono rimaste inascoltate, finanche al punto di negarne l’esistenza ogni qualvolta il problema è stato sollevato dalla nostra sigla. Speriamo che questo spiacevole evento sia un campanello di allarme per chi dovrebbe tutelare i lavoratori della propria Città e si prendano nell’immediato delle decisioni già presenti nel Contratto di Servizio, ovvero l’Applicazione dell’Art.24 del medesimo Contatto stipulato tra la Trotta Bus e il Comune di Potenza 27.11.2015, come già più volte chiesto ufficialmente dalla FIT proprio per le inadempienze al D. Lgs. 81/08. Infine ci fa piacere finalmente leggere che anche altre sigle sindacali che hanno disertato e non condiviso gli scioperi effettuati dai lavoratori della Fit e dell’Ugl, oggi prendono atto sulla fondatezza delle proclamazioni di sciopero e sulla giustezza delle impostazioni delle azioni sindacali basate esclusivamente sulle regole e non sulla pretestuosità nei confronti di una società che ha violato ogni norma di legge conosciuta applicata sino a tutto l’anno 2015 da tutti i precedenti gestori. Siamo anche certi – conclude il comunicato – che il lasso di tempo nel quale i lavoratori sono stati sottoposti ad una simile azione da parte della Società debba essere messo a confronto con gli uffici legali, al fine di valutare agno azione a difesa della salute dei lavoratori, che altro non hanno potuto fare che le oltre 50 ore di sciopero contro un sistema così fatto”.
 

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