Fim, Fiom e Uilm su sciopero lavoratori De Vivo

“Nella tarda serata di ieri presso Confindustria Basilicata si è concluso un incontro sindacale che purtroppo per l’ennesima volta si è rivelato inutile, in quanto le risposte aziendali, relativamente al pagamento delle spettanze dei lavoratori non trovano alcuna soluzione”.
Lo fanno sapere in una nota coingiunta Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm.
“Ancora una volta – aggiungono le sigle sindacali – l’atteggiamento della direzione aziendale, oltre a essere stucchevole e poco rispettoso dei lavoratori, sembra quello di “spettatore” invece di assumere quell’atteggiamento di attore principale che necessariamente dovrebbe significare dare minimi segnali ai propri dipendenti dal punto di vista economico.
I lavoratori della De Vivo, oltre a non percepire il salario mensilmente, hanno spettanze pregresse che si aggirano dalle 13 alle 16 mensilità senza contare che gli impegni contrattuali relativi all’elemento perequativo, al welfare e ai rimborsi dei 730 sembrano cornici di un quadro che ha purtroppo nei suoi colori le sfumature delle miseria.
Pertanto le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm, unitamente alla Rsa e ai lavoratori, da questa mattina hanno proclamato, a seguito dell’assemblea, lo sciopero con assemblea permanente davanti ai cancelli della De Vivo Spa.
Chiediamo a tutti, a partire dalla Prefettura, dalla Regione, dal Comune, non solo solidarietà ma atti concreti affinché la De Vivo rispetti i propri lavoratori attraverso la cosa più normale che dovrebbe esserci all’interno delle dinamiche tra chi svolge un’attività lavorativa per il proprio datore di lavoro: il pagamento degli stipendi.
Il grido che emerge dalle assemblee – concluono – è un grido che non può rimanere inascoltato per chi rappresenta in qualche modo non solo il tessuto sociale di questa regione ma soprattutto per tutti i cittadini che credono che ancora si possa vivere in un mondo di regole e soprattutto di certezze. Oggi le famiglie dei lavoratori della De Vivo non hanno nessuna certezza anzi non ce l’hanno da quasi due anni”.
 

    Condividi l'articolo su: