"Ieri 31 gennaio si è svolto il Consiglio Comunale nella Città di Avigliano con diversi punti all’ordine del giorno – sottolinea in una nota Anna D’Andrea consigliera dei Progressisti Democratici per Avigliano -Il primo trattava le dimissioni di alcuni assessori dalla carica di consiglieri comunali con successiva surroga di altrettanti di loro. Due per l’esattezza, erano stati recentemente nominati insieme al neo assessore esterno (consigliere non eletto)".
"Riassumendo l’attuale composizione della giunta comunale di Avigliano è formata tutta da assessori esterni che hanno dato le proprie dimissioni da consiglieri eletti. Una “manovra” tecnicamente legittima che ha permesso a tre consiglieri non eletti di sedere nei banchi del Consiglio Comunale.
Non voglio analizzare qui i tecnicismi, ma l’opportunità politica di un’azione che ritengo vada contro ogni regola di democrazia e di buon senso e il mio intervento in quel consesso evidenziava la mia posizione chiara e contraria , non certo alle persone, ma ad un metodo che scavalca e inverte la volontà dei cittadini a favore di giochi e logiche di poltrone e di accordi pre-elettorali.
Evidenziavo come questo modo di operare favorisse ulteriormente la disaffezione e il distacco dei cittadini dalla politica e dalle Istituzioni; così ho motivato il mio voto contrario a cui si sono aggiunti quelli dei miei colleghi di minoranza presenti , Federica D’Andrea e Vito Lorusso, annunciando il nostro allontanamento dall’aula e dai lavori per una protesta politica.
Abbiamo, correttamente, ascoltato gli interventi della maggioranza in risposta ai nostri e saremmo usciti subito dopo; la mia uscita, però, è stata anticipata “grazie” all’intervento , ritenuto da me inopportuno e offensivo, del capogruppo di maggioranza .
Il mio allontanamento dall’aula non è stato elegante e consono al luogo e al contesto in cui mi trovavo e di questo chiedo scusa ai presenti ma non sono una macchina telecomandata e mi sono sentita ferita e offesa, non tanto dalle parole del Consigliere Santoro, quanto dallo sminuire il mio ruolo, scimmiottando la mia persona , scendendo a livelli che non dovrebbero essere toccati se ci si muovesse correttamente in certi ambiti.
Sono orgogliosa del ruolo che svolgo in politica in egual misura a quello “sociale e personale” che porto avanti nel mio piccolo e non mi vergogno di nulla, neanche di far parte di un mondo tanto criticato qual è la politica ma ribadisco che farne parte non significa condividere tutto e abbracciarne anche la parte di “marciume” che c’è all’interno. L’uso di un vocabolo più o meno forte non cambia la sostanza delle cose e raccogliere i segnali che ci vengono “dal basso” significa prima di tutto lavorare per farle riacquistare credibilità anche nel rispetto delle persone serie ed oneste che si spendono per essa e vengono “frullate” nel marciume".