“Una Basilicata minata da migrazioni e denatalità, con uno sviluppo non ancora autopropulsivo, nel pieno dei problemi del lavoro e dell’occupazione e il più alto tasso di povertà educativa che colpisce bambini e ragazzi”. Sono alcuni aspetti del quadro socio-economico emersi secondo i promotori nel corso della tavola rotonda sul tema “La povertà in Basilicata”, organizzata a Matera dal Movimento civico “Azione Lucania” lo scorso 9 giugno nella sala conferenze della Parrocchia Maria SS Addolorata.
“Un incontro volto non solo ad analizzare il fenomeno nelle sue varie sfaccettature: antropologica, giuridica, sociologica ed educativa, ma soprattutto un’occasione di dibattito e di confronto con il mondo associativo e le organizzazioni di volontariato presenti sul territorio, per dialogare e “fare rete” su una problematica molto più intricata rispetto a quello che il senso comune suggerisce e che le istituzioni continuano spesso a considerare più come dato statistico che come urgenza di ripensare l’ormai logoro, e insieme costoso, sistema di welfare. Ciò che ne è scaturito è un’arricchente cornice di approfondimento che si propone di essere fonte di idee e relazioni generative per il futuro.
Molti i contributi e le testimonianze sulle attività svolte a servizio delle comunità, e di frequente per sopperire alla mancanza delle istituzioni, apportati dai rappresentanti delle associazioni intervenute, impegnate sempre più a misurarsi ed a fronteggiare due fenomeni strettamente correlati alla povertà stessa: lo spopolamento demografico e l’invecchiamento della popolazione, sapientemente illustrati nei due video di particolare impatto emotivo realizzati e proiettati nel corso dell’incontro dall’autore potentino Dino De Angelis.
«Siamo giunti a 57 abitanti a km quadrato – ha dichiarato al riguardo il prof. Aldo Berlinguer, coordinatore task force Zes Puglia e Basilicata, nel suo intervento facendo riferimento alla densità abitativa nella regione lucana rapportata alla dimensione territoriale – una grande regione, una regione cerniera che, però, vede lo spopolamento dilagare e legarsi a tutta una serie di altri fenomeni quali la mancanza di cura di un territorio, l’abbandono delle città, la possibilità di chiedere sempre meno risorse, la carenza delle infrastrutture».
Non sono pochi i comuni lucani che, per franare il processo di abbandono dei centri, stanno quindi investendo in cultura, e anche la chiesa sta operando affinchè tale condizione possa sopirsi: «Non basta curare, bisogna prendersi cura delle persone – è stato l’appello rivolto da don Franco Laviola, per 27 anni parroco a Craco, emblema del borghi lucani più colpiti dallo spopolamento, intervenendo al dibattito – il peso di quelle rovine me lo sento addosso».
Parole che hanno trovato eco nell’intervento di don Michele La Rocca, docente di antropologia presso l’Issr. “A. Pecci” di Matera, il quale ha affermato: «Questi sono dati allarmanti e lo spopolamento è un fenomeno che non deve assolutamente lasciare indifferente nessuno. In modo particolare la chiesa, che ha come consoggetto l’attenzione alla persona. Questo evento credo che sia anche un segnale, oltre che un segno, di attenzione al territorio e soprattutto anche di una coscienza che si deve sempre di più strutturare e basare sui valori fondativi della persona»”