L’apertura di un nuovo centro commerciale a Potenza coincide con i dati sul clima di fiducia di novembre diffusi oggi da Istat che dipingono un quadro fatto più di ombre che di luci, con un improvviso, seppure non catastrofico, peggioramento del giudizio delle famiglie sia sulle condizioni attuali dell’economia che sull’andamento futuro. Un pessimismo su cui, a nostro avviso, pesa lo stallo della politica, particolarmente evidente in questo novembre, e che ci auguriamo non incida sul Natale. A sottolinearlo è la Confesercenti.
Per gli operatori il clima rimane pressoché stabile. Per il commercio al dettaglio, che fa rilevare una diminuzione di quasi 3 punti per la grande distribuzione e di 4 decimali per quella tradizionale, le imprese valutano negativamente, in particolare, sia le vendite correnti che quelle future, nonostante l’andamento del Black Friday – che non entra nelle rilevazioni Istat – potrebbe aver cambiato in senso positivo il quadro.
In questo caso, comunque, l’indice presenta una forte oscillazione (da luglio si registra un mese di crescita ed uno di caduta) che certamente, quantomeno, indica una traiettoria della spesa delle famiglie ancora incerta e non consolidata, che a novembre sembra coerente con quanto viene espresso dalle famiglie stesse in sede di giudizio sul futuro economico immediato del Paese.
Dunque, in una fase economica come l’attuale, in cui le piccole imprese del commercio arrancano tra cali di fatturato, lavoro ed un numero sempre più esiguo di dipendenti, pensare di allargare l'offerta commerciale sul territorio comunale, ci pare francamente discutibile – sostiene Giorgio Lamorgese, presidente di Confesercenti. Anche perché non è accompagnata, e se lo è, è da dimostrare, da un progetto serio di riqualificazione dell'esistente. Che punti ad esempio al ripopolamento di zone della città oggi deserte, ipotizzando o un esercizio di vicinato di non oltre i 250 mq, oppure il trasferimento di medie strutture già esistenti ed operative e più funzionali ai mutati bisogni dei potentini.
L'insediamento di nuove medie strutture di vendita, rappresenta oggettivamente un danno ulteriore al settore del commercio in città, già in forte sofferenza. I consumi, è un dato di fatto, sono in flessione da anni, e nuove aperture possono solamente significare un ulteriore assottigliamento di margini, già risicati: per le piccolissime imprese, prospettandone la chiusura; e per le medie strutture esistenti collocate nei centri di vicinato già parte della storia commerciale e sociale della città. Rischiando così di innescare un ‘processo di selezione darwiniana della specie’ dagli effetti deleteri sulla tenuta della rete esistente e quindi su lavoro e occupazione nel settore".
In una fase di grande problematicità per i consumi dunque gli esercizi alimentari di vicinato sono quelli che – afferma il vice presidente Prospero Cassino – già oggi garantiscono uno sbocco al mercato alle piccole produzioni tipiche, escluse dai grandi circuiti commerciali, e forniscono un servizio a tutte le fasce di popolazione, anche a quelle con maggior disagio insediativo e sociale. Per vincere le sfide che il mercato impone occorre puntare sulla professionalità degli addetti, sulla strutturazione di corsi professionali, specializzanti per la categoria. Il tema della sicurezza alimentare – ha detto ancora – è uno dei principali argomenti di attenzione dei cittadini: una nuova normativa sull’origine è un diritto del consumatore.
Bas 05