Emergenza Centro oli, M5s: Regione quasi commissariata

Per i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle dalla conferenza stampa tenuta ieri dalla Giunta regionale “emerge chiaramente la linea di Pittella e Pietrantuono: avere il barile pieno e la regione ubriaca”

La conferenza stampa tenuta ieri dalla Giunta regionale sull&rsquo;emergenza Centro Oli di Viggiano &ldquo;&egrave; una nuova puntata di quella che sembra essere la veglia al capezzale di una terra stuprata e violentata qual &egrave; la Basilicata&rdquo;. E&rsquo; quanto sostengono i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Giovanni Perrino e Gianni Leggieri, a parere dei quali &ldquo;Pittella e compagnia cantante hanno fatto un soporifero riassuntino delle azioni, purtroppo tardive, messe fino ad ora in campo per tamponare l&rsquo;emergenza e hanno preannunciato le azioni future. Il governatore &egrave; parso rassegnato alla riapertura del Centro oli nel pi&ugrave; breve tempo possibile avendo posto pi&ugrave; volte l&rsquo;accento su due fasi tutte ancora da espletare: la messa in sicurezza (di emergenza, cosiddetta &lsquo;Mise&rsquo;) dell&rsquo;impianto e la bonifica dei terreni e delle falde contaminate dallo sversamento di petrolio. Il piano sarebbe quello di procedere con la Mise del Cova e, solo a seguito della verifica della Mise realizzata da Eni, valutare l&rsquo;eventuale riapertura dell&rsquo;impianto. La bonifica dell&rsquo;inquinamento da idrocarburi (contenuta nel piano di caratterizzazione di Eni) &egrave; parallela alla Mise e necessiterebbe di tempi ovviamente pi&ugrave; lunghi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Emerge, quindi, chiaramente la linea di Pittella e Pietrantuono: avere il barile pieno e la regione ubriaca. Peccato &ndash; continuano Perrino e Leggieri – che l&rsquo;unica cosa ad essere ubriaca di &lsquo;velEni&rsquo; pare essere il sottosuolo della Val d&rsquo;Agri pieno zeppo di greggio fuoriuscito dai serbatoi &ldquo;colabrodo&rdquo; del Cova. Infatti &egrave; stata la stessa Eni ad aver ammesso uno sversamento di circa 400 tonnellate di petrolio a partire dall&rsquo;agosto 2016, mese in cui &egrave; stato riaperto lo stabilimento dopo il ciclone trivellopoli. Proprio su questo argomento ci aspettavamo maggiori delucidazioni da parte di governatore e assessore, apparsi in difficolt&agrave; sul punto. Pittella ha parlato di &lsquo;seriet&agrave;&rsquo; in relazione ai controlli effettuati e da effettuare per appurare la bonifica, non in relazione all&rsquo;entit&agrave; dello sversamento dichiarato da Eni. Ma uno sversamento di 400 tonnellate &egrave; gi&agrave; molto serio di suo e crediamo che non ci sia bisogno di ulteriore tempo per definirlo tale. Nessun approfondimento su quanto avvenuto durante il tavolo tecnico del 4 maggio presso il Ministero dell&rsquo;Ambiente relativamente a questo punto. Da parte nostra abbiamo richiesto il verbale dell&rsquo;incontro &lsquo;ministeriale&rsquo;&rdquo;.<br /><br />Per gli esponenti del Movimento cinque stelle &ldquo;l&rsquo;impressione &egrave; quella di trovarsi, per l&rsquo;ennesima volta, dinanzi ad azioni improvvisate ed approssimative da parte della Regione, che sembra essere quasi commissariata da Roma a seguito dell&rsquo;incontro presso il Ministero dell&rsquo;Ambiente. Pittella sta perdendo l&rsquo;ennesima occasione per ridare decoro e dignit&agrave; alla nostra terra e reagire a quelli che non possono che definirsi veri e propri soprusi della multinazionale petrolifera rappresentata dal cane a sei zampe. La linea del &lsquo;rigore&rsquo; pi&ugrave; volte annunciata dall&rsquo;ologramma del gladiatore &egrave; l&rsquo;ultimo bluff pittelliano: esattamente come quella &lsquo;rivoluzione&rsquo; tanto annunciata ma che ormai &egrave; una continua beffa per i lucani. Oltre alla beffa, ora rischia di esserci il danno: ingentissimo e irreparabile. Quello ambientale. Che si esaltino pure per lo sfondo dei Sassi in bella vista durante i discorsi di Renzi, i nostri cari &lsquo;Pittella &amp; friends&rsquo;: ma, ogni tanto, uno scatto di orgoglio e di dignit&agrave; sarebbe molto gradito ai lucani. Copiando, ad esempio, dalla comunit&agrave; degli Ikebiri che ha reagito con fermezza e risolutezza alle angherie di Eni, facendo causa al colosso petrolifero per l&rsquo;inquinamento del delta del Niger. Insomma, dinanzi ad Eni, da quella supina, sarebbe bello veder riacquistare la posizione eretta ai nostri amministratori regionali&rdquo;.<br />

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