Inchiesta petrolio, respinta mozione sfiducia opposizioni

Nel dibattito in Aula prima del voto gli interventi di Leggieri e Perrino (M5s), Napoli (Pdl-Fi), Rosa (Lb-Fdi), Cifarelli e Santarsiero (Pd), Pace e Romaniello (Gm), Mollica (Udc), Benedetto (Cd), Galante (Ri) e del presidente della Regione Pittella

Una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Pittella, presentata a seguito dell&rsquo;inchiesta giudiziaria sul petrolio in Basilicata dai consiglieri regionali Giovanni Perrino, Gianni Leggieri (M5s), Michele Napoli, Paolo Castelluccio (Pdl-Fi) e Gianni Rosa (Lb-Fdi), &egrave; stata respinta stasera in Aula a maggioranza (con 6 voti favorevoli di M5s, Pdl-Fi, Lb-Fdi e Romaniello del Gm, 13 voti contrari di Pd, Pp, Psi, Cd, Ri e Pace del Gm e 2 astensioni del presidente Pittella e di Mollica dell&rsquo;Udc e) dal Consiglio regionale.<br /><br />&ldquo;Il presidente Pittella merita di essere sfiduciato perch&eacute; corresponsabile di quanto accaduto in Basilicata&rdquo;, ha detto Gianni Leggieri (M5s) presentando il documento nel quale viene sottolineato che &ldquo;l&rsquo;istituzione regionale non &egrave; in grado di esercitare alcuna azione volta al rigoroso rispetto dei principi di legalit&agrave; e trasparenza, secondo criteri di efficacia e di efficienza, in tema di tutela ambientale e salvaguardia dell&rsquo;ambiente e della salute delle persone&rdquo;. &ldquo;Anche se &egrave; presidente da due anni e tre mesi i lucani attendono ancora rivoluzione che ha annunciato. In questi due anni il governo non ha esercitato in pieno le sue prerogative sulla tutela della salute e dell&rsquo;ambiente&rdquo;, gli ha fatto eco Gianni Rosa (Lb-Fdi) ricordando che sulle sue interrogazioni relative alle fiammate al centro olio di Viggiano &ldquo;l&rsquo;assessore Berlinguer non ha mai detto che la diffida a Eni era stata revocata e si deve dimettere subito. La Basilicata non &egrave; attaccata dall&rsquo;esterno ma l&#39;avete distrutta voi&rdquo;. Con le notizie sull&rsquo;inchiesta &ldquo;giorno dopo giorno si compone il mosaico della vergogna&rdquo; ha detto Giovanni Perrino (M5s), per il quale &ldquo;non &egrave; la stampa ma la politica regionale a mettere a repentaglio l&rsquo;agricoltura della Basilicata. Nessuno vuole fare il giustizialista, ma c&rsquo;era un esponente di sinistra che parlava di questione morale. Il presidente faccia un passo indietro e si torni al voto&rdquo;.&nbsp;&ldquo;La mozione di sfiducia &egrave; un atto politico &ndash; ha detto Michele Napoli (Pdl-Fi) &ndash; che mette in evidenza l&rsquo;atteggiamento e le responsabilit&agrave; di chi ha governato la Basilicata in questi anni. Torna al pettine un nodo di fondo: se le attivit&agrave; petrolifere possono alterare la qualit&agrave; dell&rsquo;ambiente e la tutela della salute. La vicenda tormenta la comunit&agrave; lucana a prescindere dall&rsquo;intervento della magistratura. L&rsquo;opposizione ha il dovere politico di sottolineare questi aspetti, non abbiamo pi&ugrave; alibi o pretesti, bisogna fare i conti con la realt&agrave;. Ci vuole un soprassalto di dignit&agrave;, occorre voltare pagina e cambiare registro&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Sento toni pi&ugrave; simili a quelli di un&rsquo;aula giudiziaria&rdquo;, ha detto Aurelio Pace (Gm) motivando la sua scelta di non votare la mozione di sfiducia. &ldquo;E&rsquo; azzardato e istituzionalmente pericoloso &ndash; ha aggiunto – fare i processi fuori dalle sedi proprie. I controlli non sono sufficienti, ma allora occorre rafforzarli. Circolano informazioni inquinate e di parte che indeboliscono il contesto istituzionale. Non bisogner&agrave; scontare a nessuno la responsabilit&agrave;, ma solo se dimostrata. Non &egrave; questa mozione a restituire la fiducia ai cittadini, ma l&rsquo;atteggiamento del governo regionale&rdquo;. &ldquo;Tutto mi sarei aspettato &ndash; ha detto poi Roberto Cifarelli (Pd) -, tranne che i consiglieri di minoranza si unissero per la mozione di sfiducia che &egrave; un attacco alla massima istituzione regionale, mentre c&rsquo;era bisogno di coerenza e di unit&agrave;. L&rsquo;attacco a un territorio preso di mira dal punto di vista mediatico, avrebbe dovuto indurre tutti a maggiore responsabilit&agrave; e correttezza, rispetto al percorso fatto in questi anni con le nuove norme, il Registro tumori, la Fondazione biomedica e la Fondazione osservatorio ambientale. Serve unit&agrave; per ricostruire il rapporto fra istituzioni e cittadini continuando sulla strada del referendum del 17 aprile&rdquo;. &ldquo;Nessuno immagina che si possa tollerare il mancato rispetto delle norme ambientali, gli interessi delle compagnie non possono giustificare qualsiasi forma di inquinamento&rdquo;, ha detto Vito Santarsiero (Pd) per il quale &ldquo;la mozione &egrave; eccessiva, non utile, ed arriva mentre proprio grazie alle sollecitazioni anche della minoranza &egrave; possibile cambiare passo sulla tutela dell&rsquo;ambiente. Le nuove norme consentono un protagonismo dei territori a tutela dei cittadini e dell&rsquo;ambiente. L&rsquo;accreditamento del Registro tumori &egrave; un importante passo in avanti, come la definizione del &lsquo;punto zero&rsquo; a Tempa Rossa. La Regione si costituisce parte civile nel procedimento, esprimendo tolleranza zero nei confronti di chi ha sviluppato le azioni oggetto dell&rsquo;indagine. Azioni che non possono compromettere l&rsquo;immagine delle istituzioni&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Noi lucani siamo vittime di un sistema – ha detto Nicola Benedetto (Cd) – qualcosa non ha funzionato, &egrave; indispensabile chiarire tutti gli aspetti che si riferiscono al conferimento e allo smaltimento dei rifiuti nell&rsquo;impianto di Tecnoparco ed accertare se realmente, come sostiene l&rsquo;indagine giudiziaria, sono stati falsificati i codici dei rifiuti conferiti. Tecnoparco, societ&agrave; di cui la Regione attraverso il Consorzio industriale &egrave; socio al 40 per cento, nel 2014 ha fatturato 51 milioni con una perdita di 15 milioni proprio dall&rsquo;attivit&agrave; di smaltimento dei rifiuti. Come &egrave; possibile?&rdquo;. &ldquo;La Regione deve costituirsi parte civile nei procedimenti in corso per i danni ambientali e per i danni d&rsquo;immagine &ndash; ha detto Francesco Mollica (Udc) -, ma occorre anche dire che l&rsquo;operato del Dipartimento Ambiente non &egrave; servito ad evitare quello che &egrave; successo. C&rsquo;&egrave; un senso di smarrimento generale, io sono sempre stato contro il petrolio, e cerco di dare il mio contributo, con l&rsquo;altra mozione firmata insieme al consigliere Pace, per le azioni a tutela della salute e dell&rsquo;ambiente. Ma se questo equilibrio non funziona allora bisogna uscire dall&rsquo;economia del petrolio&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Dobbiamo prendere atto che rispetto a temi e problematiche complesse come quelli del petrolio la magistratura riesce a fare molto di pi&ugrave; della politica&rdquo;, ha detto Giannino Romaniello (Gm). &ldquo;E&rsquo; un fallimento della politica &ndash; ha aggiunto -, della logica dell&rsquo;aumento delle estrazioni previste dal memorandum del 2011. Dopo l&rsquo;accordo del 1998 &egrave; andata avanti una consapevolezza, che il petrolio stava determinando pi&ugrave; problemi che opportunit&agrave;. E&rsquo; singolare che si distrugge l&rsquo;idea di una regione e di un modello di sviluppo basato sulle produzioni di qualit&agrave; per il fatto che dobbiamo contribuire al deficit energetico nazionale. L&rsquo;accordo del 2006 e l&rsquo;autorizzazione per il rafforzamento del Centro olio del 2011 sono stai un errore. Occorre una graduale fuoriuscita dall&rsquo;economia del petrolio perch&eacute; non ci sono benefici per questo territorio&rdquo;. &ldquo;Dobbiamo avere il coraggio di dire che non tutto va bene, ma che comunque si &egrave; lavorato perch&eacute; i cittadini possano avere una qualit&agrave; della vita buona – ha detto Paolo Galante (Ri) -. Dobbiamo fare di pi&ugrave; e meglio e dare conto ai lucani, chi ci dar&agrave; la misura esatta del nostro impegno saranno i nostri elettori, non le verit&agrave; assolute di qualcuno. Dei comportamenti illeciti, se mai ci sono stati, dovranno rispondere le persone alle quali sono stati contestati, occorre attendere con serenit&agrave; l&rsquo;esito dell&rsquo;inchiesta&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Siamo in uno stato di diritto, c&rsquo;&egrave; un tempo perch&eacute; la magistratura, nei confronti della quale ripongo fiducia e speranza, ci consegni i risultati di un&rsquo;indagine che spero veda la Basilicata esente da inquinamento e disastro ambientale, reato quest&rsquo;ultimo che ad oggi non viene contestato. Poi capiremo i dettagli, svolgeremo la funzione di verifica e di controllo che spetta ai livelli istituzionali, recupereremo dal 1997 ad oggi l&rsquo;evoluzione della vicenda petrolio&rdquo;, ha detto il presidente della Regione Marcello Pittella concludendo il dibattito. &ldquo;Occorre evitare una campagna di disinformazione &ndash; ha aggiunto -, mentre la regione rischia di flettersi sulle ginocchia ci vorrebbe maggiore coesione e senso di appartenenza, bisognerebbe evitare di dare giudizi sommari, la Basilicata e la sua classe dirigente sono fatte di persone per bene&rdquo;. &ldquo;La Basilicata non ha bisogno di odio e livore&rdquo;, ha aggiunto ancora Pittella rivendicando le azioni messe in campo dal governo regionale &ldquo;per un modello di sviluppo non basato sui combustibili fossili ma sull&rsquo;agricoltura di qualit&agrave;, sul turismo, sui beni culturali&rdquo;.&nbsp;

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