A Potenza Workshop del giornalista e critico Andrea Porcheddu

Compiti a casa. Recensioni di spettacoli in divenire. Una ventina tra docenti, attori, registi, protagonisti del variegato mondo del teatro lucano ha partecipato al seminario-laboratorio su “Che cos’è il contemporaneo”. Workshop “interpretativo” sul modo di osservare uno spettacolo dal vivo. Docente, Andrea Porcheddu, critico teatrale e giornalista. Tre intense e interessanti giornate nella Sala dell’Arco del Comune di Potenza. Con tanti spunti di riflessione. Un simposio informativo per chi, come i docenti o gli stessi registi presenti, si occupa di formazione. Quasi a voler poi trasformare gli alunni in critici “esplorando” il dietro le quinte degli spettacoli. I ragazzi, infatti, saranno presenti a diverse rappresentazioni inserite nel multiforme cartellone del “Città delle 100 Scale Festival”, giunto all’ottava edizione. Ideato, curato e diretto da Giuseppe Biscaglia e Francesco Scaringi in programma fino al 10 dicembre tra Potenza e Matera.
Con Andrea Porcheddu nel primo modulo si è provato a definire e analizzare la scena contemporanea. Quando cioè uno spettacolo si può definire tale. E’ nel Novecento che ciò accade non solo per il teatro, ma per l’arte in generale. Il contemporaneo è un non ancora, ma allo stesso tempo è ciò che già stato. Un qualcosa in continuo divenire. E partendo proprio da qui si sono colti stili, forme e tendenze del nostro secolo con un focus su “ricerca e avanguardia”, da Carmelo Bene, a Leo De Bernardis, Luca Ronconi solo per citarne alcuni. Particolare attenzione anche sui grandi maestri stranieri, Stanislavskij, Brook, Grotowski, Nekrosius con chicche, vecchi spettacoli e documentari Rai.
Nel secondo step ci si è concentrati sulla situazione italiana dal 1995 a oggi. Scuole, estetiche, mode e poetiche delle nuove compagnie e la fine della stabilità pubblica. Cosa succede, come funziona il sistema, quali le dinamiche, lobby e il futuro del contemporaneo in Italia. Con il teatro che assume sempre più una valenza antropologica e sociologica, che fa ed è politico. Affronta cioè i temi del momento, della comunità. E anche in questo caso rarità dalla mediateca Rai.
Giornata conclusiva dedicata alla scrittura e al modo di recensire uno spettacolo. Il critico di fatto è uno “spettatore di professione”, allenato a cogliere l’arte teatrale nell’attimo in cui prende vita in scena. Ma lo spettacolo inizia molto prima del levarsi del sipario. Già da quando si esce da casa, poi l’ingresso in sala, il momento in cui scegliamo il posto e ci sediamo. Porcheddu ha così offerto gli strumenti per scrivere una vera e proprio recensione. Dettandone le regole. Dalle cinque w del giornalismo anglosassone a quelle della retorica classica: inventio, dispositio, elocutio, memoria e actio. Un focus, poi, sulla vecchia e nuova critica teatrale, sul rapporto con la scena, sulle teorie del ‘900, sull’etica e l’estetica.
Con il workshop “Sul Contemporaneo”, Porcheddu ci ha consegnato le chiavi di una sorta di “cassetta degli attrezzi” con cui “decrittare” e “comprendere” al meglio la scena contemporanea. In attesa ora della prova scritta dei partecipanti.

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