Diamo credito alla Basilicata. È il tema del convegno promosso dalla First Cisl Basilicata – la federazione che rappresenta i lavoratori delle banche, delle assicurazioni, degli enti di riscossione e delle authorithies – in programma oggi a Potenza nella Casa del Volontariato. Intorno al tavolo della discussione i più autorevoli esponenti della vita politica, economica e sociale della regione: Gennarino Macchia, segretario generale della First Cisl Basilicata, Teresa Fiordelisi, presidente di Federcasse di Puglia e Basilicata, Nino Falotico, segretario generale della Cisl Basilicata, Giampiero Maruggi, presidente di Sviluppo Basilicata, Marcello Pittella, presidente della Regione Basilicata. La conclusione dei lavori è affidata a Giulio Romani, segretario generale della First Cisl nazionale.
Tre i punti principali al centro del convegno: un nuovo modello di banca per superare la crisi del sistema creditizio; il rilancio del credito cooperativo per supportare lo sviluppo della piccola e media impresa locale; la trasformazione di Sviluppo Basilicata come braccio finanziario di un’agenzia di sviluppo regionale. Sullo sfondo i dati altalenanti presentati nei giorni scorsi a Potenza dalla Banca d'Italia che dipingono un quadro fatto di luci ed ombre e gli effetti che la Brexit potrebbe determinare sul già fragile sistema bancario.
In Basilicata non si arresta il processo di desertificazione bancaria con ben 45 filiali chiuse dal 2009 ad oggi (fonte: First Basilicata), che equivale ad una perdita potenziale di circa 160 posti di lavoro. Nel 2015 Bankitalia indica che si è pressoché arrestata la riduzione dei prestiti bancari a famiglie e imprese lucane ma con modalità diverse: calano ancora i prestiti erogati dai grandi gruppi bancari nazionali (-3,2%), aumentano i prestiti erogati dalle banche popolari e dal credito cooperativo (+1,8%). Proprio il rafforzamento della presenza sul territorio regionale delle Bcc rappresenta uno dei dati più interessanti sui cambiamenti in corso nel mercato locale del credito.
“Nel pieno delle turbolenze finanziarie provocate dalla Brexit – spiega Macchia – è utile ragionare sul futuro del sistema del credito in Basilicata e del suo ruolo nel sostenere la ripresa economica. Dare credito alla Basilicata – continua il segretario della First lucana – significa esplorare strade nuove nelle politiche di sviluppo regionale e lavorare per ricostruire un clima di fiducia intorno al mondo delle banche dopo i disastri degli ultimi anni. Per fare questo – conclude Macchia – serve un modello di banca più vicino al territorio e agli attori economici locali. È una sfida che riguarda anche il sindacato, e noi siamo pronti alla sfida”.
Per il segretario nazionale della First Cisl, Giulio Romani, “da anni le banche hanno perso la fiducia della gente perché sempre più lontane dai bisogni di famiglie e imprese e sempre più attratte dalla speculazione finanziaria. Così si è smessa la funzione sociale dell’istituzione bancaria. Il sentimento della fiducia è crollato (dal 30% del 2010 al 16% nel 2015) a causa di una situazione molto complessa come dimostrano le vicende di Mps, Banca Etruria, Banca delle Marche, Carichieti e Carife e recentemente di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Vanno individuate ora le responsabilità della vigilanza. Oggi le banche hanno bisogno di essere ricapitalizzate perché sono state gestite in malo modo”.
La soluzione? Secondo il leader nazionale della First Cisl “va cambiato il sistema di vigilanza, vanno separate le funzioni delle banche commerciali da quelle d’investimento e vanno modificati gli assetti stessi delle banche che devono vivere di capitale privato ma devono avere un maggior controllo pubblico”. Porte sbarrate, invece, a chi pensa di risolvere i problemi del sistema bancario licenziando i lavoratori. “Il numero dei bancari italiani – spiega Romani – è in linea con le medie europee. I problemi del sistema bancario sono imputabili non al numero dei bancari, ma ai modelli di servizio che le banche non hanno adeguato nel tempo. I bancari sono stati vittime due volte, prima come lavoratori e poi come risparmiatori”.
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