Potenza (Dc): da indagine Swg bocciatura a elites italiane

"Ad aiutarci a “non fuggire e a nascondersi invece di fare un'operazione verità”, come ci invita il Presidente Pittella, c’è un’indagine Swg sulla “crisi delle élite” che ci aiuta a capire il vero problema oggi della classe dirigente della Basilicata e del Paese. Intanto anche i risultati del sondaggio (5-6 aprile scorsi), ammesso che ce ne fosse bisogno, confermano che l’immagine che le èlite italiane offrono di se è decisamente appannata al punto che per la maggioranza degli italiani la classe dirigente attuale è peggiore di quella di venti ani fa soprattutto perché “disonesta”, “incompetente”, “superficiale”, “distaccata”. E ad essere bocciati dal giudizio dei cittadini non sono solo i politici ma l’intero corpo dirigente". Così Giuseppe Potenza, segretario regionale della Dc-Libertas.
"Anche la stella di manager ed imprenditori non brilla più. Conclusioni dell’interessante indagine Swg: i generatori di miglioramento sono indicati nelle persone attive nei movimenti e nei comitati civici, nei personaggi del mondo della cultura, nei responsabili di associazioni con finalità sociali e di volontariato, in dirigenti di associazioni di rappresentanza. Ecco allora la chiave di lettura per quelle grandi riforme di sistema a cui si riferisce il Governatore. Perché la crisi delle èlite incide sicuramente sull’agire per il cambiamento oltre che sull’agire comunicativo. La luce nel tunnel – sottolinea Potenza – si intravede solo ripartendo dal senso di essere comunità. In sintesi: uscire dal periodo buio; allontanarsi dal sentimento di oppressione e accerchiamento che ha albergato per lunghi anni; superare rabbia e frustrazione, tristezza, senso di spaesamento e solitudine. Recuperare il senso dello stare con gli altri, della possibilità di costruire e intessere legami (non solo sui social network). Per questo a quanti pensano di fare politica con la denigrazione e l’odio rinnoviamo la nostra convinzione: c’è bisogno di più comunità e meno divisioni. C’è bisogno di ambiti nei quali accogliere ed essere accolti, ambiti nei quali costruire e riflettere. Perché per il bene comune c’è bisogno di allenamento, di pratica, di fatica ed anche tanta pazienza per costruire un modello più avanzato che produca risultati più efficaci per le nostre comunità. Ci sembra invece che oggi la dimensione comunitaria, nella vita delle persone e delle famiglie, faccia sempre più fatica ad essere presente. Per questo rilanciamo "la politica della società" con l'umiltà di chi avverte il peso del servizio e sollecita la partecipazione popolare. Infine,  l’operazione verità che i lucani si attendono non deve diventare un’occasione strumentale per una resa dei conti e tanto meno per forzature di interpretazione di un’indagine tutt’altro che conclusa. Sul piano etico – conclude – è evidente che i comportamenti di quanti hanno utilizzato il proprio ruolo, spesso dovuto al consenso dei cittadini, per interessi personali, di famiglia, di gruppi e per alimentare favoritismi, vanno condannati senza indulgenza per ristabilire regole corrette e trasparenti tra politica ed impresa, tra interessi delle compagnie petrolifere e diritti dei cittadini alla salute, alla tutela dell’ambiente e del territorio, al lavoro non solo per gli amici”.

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