Intervento Vaccaro ad assemblea nazionale Uil

“Tocca al sindacato,  ad ognuno di noi, scegliere fino in fondo e senza alcuna condizione di praticare il valore del riformismo bellicoso come autentica sfida alla neutralità”. Lo ha detto il segretario regionale della Uil Basilicata intervenendo oggi alla IX Conferenza d’Organizzazione della Uil.
Consueto appuntamento quadriennale, la Conferenza è un momento importante, a metà strada tra due Congressi ed è l’occasione per monitorare lo stato dell’Organizzazione, per definire gli obiettivi di politica sindacale, delineare le mappe delle strade da percorrere. All’assemblea nazionale partecipa una delegazione di dirigenti ed iscritti alla Uil lucana tra le 1815 persone (1067 delegati effettivi, 113 supplenti e 635 invitati).
“Oggi – ha sostenuto Vaccaro – siamo chiamati a dare un nuovo senso alla Uil. Ed un nuovo senso non può che essere quello della ripresa del riformismo, un luogo del fare operoso dove le questioni del Paese sono assunte come nuovo impegno e nuova responsabilità per la missione moderna e avanzata del sindacato. Il riformismo – ha precisato il leader della Uil lucana – è una scelta talvolta scomoda. Una scelta ad oltranza. E non è il luogo della neutralità. La sua osservanza, piuttosto, non è tanto e non è solo un obbligo, un dovere ma è soprattutto un abitudine, un volere.  Il riformismo è anche una sfida culturale, anche esistenziale che presuppone una libera responsabilità, mai una pericolosa neutralità. Per questo la cosa più pericolosa per il sindacato è avere neutralità sul riformismo che è invece un formidabile campo di battaglia per difendere diritti, merito, eticità, regole. Ci vuole coraggio, non paura per difendere il riformismo e ci vuole libertà non dipendenza per difendere il riformismo”.
Per Vaccaro inoltre “il riformismo è un buon antidoto al male attuale che assedia anche il sindacato: quello della democrazia dissociativa, fatta di decisioni solitarie, di oligarchie e potentati che si contendono spazi, carriere, privilegi e che considerano il valore del pluralismo solamente un intralcio”.
Di qui la domanda: “Si può invece ritrovare una stagione di reale, operosa unità, senza più equivocarle in sponde, sofismi, posizionamenti che nulla hanno a che vedere col riformismo di cui si deve nutrire sempre di più il Paese? Perché sia chiaro a tutti che il riformismo è una scelta includente, non escludente. Una scelta che fonda la vera unità d’intenti senza il rifugio facile agli accomodamenti.
La democrazia – ha detto Vaccaro – diventa dissociativa quando il plurale diventa personale, quando gli spazi di condivisione si accorciano, quando il noi si restringe nell’io. Insomma quando il modello organizzativo è costruito sulla verticalità piuttosto che sulla rete. Quanto questa impostazione sia in crisi è fin troppo facile verificarlo nel cuore pulsante della società del futuro, sempre più ordinata su dimensioni trasversali di partecipazione civile piuttosto che sepolta in rigidi ed arcaici schemi di appartenenza sociale. La rete, invece, è la vera provocazione al pensiero unico ed è, piuttosto, la sfida rinnovata che la società civile lancia alla verticalità del potere.       
Ben venga, dunque, lo sforzo intrapreso in questa IX Conferenza organizzativa per dar corso ad un cambiamento necessario se si ha intenzione di star a passo col futuro. Ben venga il sistema a rete che ci si vuole dare, a patto di declinarlo in esempi e pratiche diffuse che hanno il merito positivo di sconvolgere le vecchie abitudini quanto gli inattuali posizionamenti e privilegi che tanto male hanno fatto al sindacato. 
Forse – ha sottolineato Vaccaro – è per questa suggestione etica mai sopita che da segretario regionale non ho avuti dubbi nel ritornare alla Fiat. Ritrovare i luoghi del lavoro come luoghi del fare e non solo del pensare è stata una scossa salutare che consiglio a molti miei colleghi patologicamente innamorati di comodità e privilegi e colpevoli di aver abbandonato i laboratori di sintesi, dove il riformismo si mescola col coraggio.  Senza il ritorno nei luoghi del fare e del lavoro la possibilità di riscatto e di cambiamento del sindacato rimane compromessa”.

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