Summa (Cgil) su Dati Osservatorio economico 2016

“Siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi. Ciò risulta vero per l’occupazione, da cui vengono i segnali più incoraggianti ma dove nel contempo la strada per recuperare i posti andati persi appare ancora lunga. Limitatamente al mercato del lavoro, infatti, i “giovani” si confermano come uno degli aspetti maggiormente problematici sia in riferimento al tasso di disoccupazione giovanile sia alla componente dei così detti neet che, come confermato dal nostro centro studi Ires, comprende circa un giovane lucano su tre. E poi la capacità di andare sui mercati esteri da parte del sistema produttivo locale che è di fatto sostenuta dall’unico impianto dell’automotive presente: troppo poco in un’era caratterizzata da una marcata globalizzazione e da un’organizzazione produttiva sempre più incentrata sulle catene globali del lavoro transazionali”. E’ il commento del segretario generale Angelo Summa rispetto alla fotografia dell’economia lucana scattata dall’Osservatorio sull’economia della Basilicata 2016.
“In particolare – continua Summa – secondo quanto raccolto dall’IRES CGIL di Basilicata, la quota di export regionale in “beni a crescita dinamica” è elevata e significativamente maggiore di quanto è dato riscontrare nell’intero Sud o nel resto del Paese in quanto frutto del decisivo contributo della filiera dell’automotive. Parliamo di prodotti che inglobano sicuramente competenze, investimenti, presenza di capitale umano qualificato, cioè vantaggi competitivi non facilmente replicabili. Per quanto riguarda la presenza delle imprese nei mercati esteri, però, all’incremento nel numero degli operatori non è corrisposta un’analoga variazione nel fatturato conseguito nei mercati esteri. In altre parole, sebbene via sia da parte delle imprese locali una crescente attenzione al fronte estero, la capacità di generare valore in questi mercati incontra delle difficoltà non marginali. Anche questi dati, in definitiva, ci dicono che l’accesso ai mercati esteri richiede l’implementazione di investimenti materiali e immateriali di ammontare non trascurabile e a redditività altamente differita. Interventi di politica economica in questo campo appaiono altamente auspicabili, anche per rafforzare i segnali postivi provenienti dall’interno del sistema produttivo locale.
Se guardiamo al mercato del lavoro – aggiunge – i dati IRES ci dicono che i nuovi rapporti a tempo indeterminato attivati nel 2016 sono diminuiti di circa il 33% rispetto allo stesso periodo del 2015 (questo avviene sia in Basilicata, -32,5%, che nel complesso del Mezzogiorno, -33,9%), ciò pone con forza due ulteriori questioni: la prima è che il lieve ritmo di crescita registrato nel prodotto (regionale e/o nazionale) non pare ancora sufficiente a stimolare una crescita della domanda di lavoro apprezzabile; la seconda è che il costo del lavoro, rapportato alla produttività media del sistema produttivo, presenta ancora delle criticità che vanno aggredite in maniera più strutturale e non occasionale; con politiche e non con sporadiche denunce
In questo contesto – conclude Summa – una piccola crescita non può tradursi in un segnale di ripresa. Con le attuali politiche economiche regionali e nazionali la Basilicata, come il resto del Paese, vive ancora una fase di sostanziale stagnazione: non si recupera l'occupazione persa, e non si riesce a cambiare il destino occupazionale delle nuove generazioni. Appaiono sempre più urgenti, quindi, politiche economiche volte alla creazione diretta di lavoro e di investimenti pubblici, come già da tempo abbiamo proposto nel nostro Piano del Lavoro”.
bas04 

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