Bolognetti (Ri) su vicenda pozzo Costa Molina 2

"Sono tante – dichiara in una nota il segretario dei Radicali Lucani Maurizio Bolognetti –  le domande senza risposta inerenti la vicenda del Pozzo Costa Molina 2.
Il 29 novembre 2012, l’Ufficio Ciclo dell’Acqua della Regione Basilicata nell’esprimere il proprio parere sul “Procedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale” relativo alla reiniezione delle acque di strato “in unità geologiche profonde mediante i pozzi Costa Molina 2 e Monte Alpi 9 or”, afferma che la documentazione tecnica fornita da Eni è assolutamente inadeguata, scrivendo testualmente che dai documenti acquisiti non si evince “un resoconto di equivalente definizione e dettaglio riguardo la descrizione delle caratteristiche geologiche delle aree interessante dai processi di reiniezione e riguardo il procedimento stesso di reiniezione nelle unità geologiche profonde”.
Come se non bastasse, – prosegue Bolognetti –  lo stesso Ufficio denuncia carenze riguardo a eventuali scenari di rischio.
Nel ricordare a me stesso che mi occupo della vicenda Costa Molina dal 2008 e che il 22 settembre del 2014 ho inoltrato un esposto con numerosi allegati alle competenti Procure lucane, torno ancora una volta a porre una domanda: come si è potuto autorizzare la reiniezione dei rifiuti petroliferi Eni in assenza un’adeguata conoscenza “delle caratteristiche geologiche delle aree interessate dai processi di reiniezione?”
Domanda pleonastica, se consideriamo che, a monte, il processo autorizzativo, che a partire dal 2006 ha dato il placet alla reiniezione nell’unità geologica Costa Molina 2, non ha tenuto in alcun modo in considerazione le prescrizioni contenute in una Delibera del Consiglio dei Ministri recante norme a tutela delle acque dall’inquinamento, datata 4 febbraio 1977.
Nella delibera in oggetto si afferma che lo scarico nel sottosuolo può essere effettuato, ma a patto che i siti siano ubicati in zone “tettonicamente e sismicamente favorevoli”.
L’area di Montemurro(PZ), in base alla classificazione contenuta nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20 marzo 2003, è classificata come zona 1 e cioè tra le aree più pericolose in cui possono verificarsi fortissimi terremoti.
Non a caso, e gioverà ripeterlo, Montemurro è stato epicentro nel 1857 di uno dei sismi più devastanti verificatisi in Italia negli ultimi due secoli.
Nel complimentarmi con la Procura e con il Noe per il lavoro che stanno svolgendo, – conclude il segretario dei Radicali Lucani –  esprimo l’auspicio che in questa vicenda si vada fino in fondo e che la verità emerga tutta e senza sconti. Da troppo tempo in Basilicata si scherza con il fuoco, mettendo a rischio la salute dei cittadini e la salvaguardia del prezioso patrimonio ambientale della regione".

BAS 05

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