Spi Cgil: nuovo e pericoloso colpo al welfare pubblico

"L’anno scorso la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin difendeva il Patto per la Salute sottoscritto con le regioni nel mese di luglio 2014 e sosteneva  che non ci sarebbero stati tagli alla sanità nella legge di stabilità per l’anno 2015. Sappiamo tutti come è andata a finire, un taglio di 2.352 milioni, di cui 27 milioni per il 2015 e 23 per il 2016 alla Basilicata. Lo stesso Presidente della Conferenza Stato Regioni, Chiamparino, nel mentre concordava le rimodulazioni alla spesa sanitaria, affermava che tale misura doveva considerarsi eccezionale e per il solo anno 2015".  Lo sostiene Nicola Allegretti, segretario generale Spi Cgil Basilicata.
"Ieri la Ministra Lorenzin ha continuato a sostenere che i nuovi tagli alla sanità per il 2016, di altri 2.352 milioni, che potrebbero ripetersi anche per i prossimi anni, sono misure di efficientamento che porteranno a risparmi da reinvestire nel settore e che già il Patto per la Salute 2014 – 2016 prevedeva tale ipotesi.
La Ministra e i Governatori delle Regioni, che hanno concordato le misure in questione, hanno evidentemente dimenticato che il Patto della Salute, firmato nel 2014, non prevedeva tagli ma finanziamenti e riduzione degli sprechi, da reinvestire nel settore della sanità in nuovi servizi, revisione dei LEA (livelli essenziali di assistenza), per la medicina territoriale.
Intanto ieri il Senato, con voto di fiducia, ha approvato il Decreto Legge n. 78 sugli Enti Locali, con una diminuzione di 2,35 miliardi alla spesa sanitaria, inserita in corso d’opera con un emendamento del Governo. Bisogna vedere poi se, per far pagare meno tasse e meno IMU a tutti, indiscriminatamente, come sta affermando il Governo, si finisce per far pagare farmaci e visite mediche a chi non può permetterselo. Si ritorna ad una ricetta vecchia e fallimentare, che rischia di produrre danni enormi. Un nuovo colpo al sistema sanitario pubblico che significa non solo mettere a rischio il diritto universale alla salute per i cittadini, ma anche un freno allo sviluppo economico ed occupazionale, mentre al contrario un investimento in tale settore porterebbe a benefici certi per la salute di tutti i cittadini e nuova occupazione anche nei settori produttivi interessati.
L’Italia spende meno per la salute pubblica dei grandi Paesi europei. Il problema non è spendere meno ma spendere meglio, evitando l’inappropriatezza delle prescrizioni mediche, combattendo corruzione e sprechi e utilizzando le risorse risparmiate per ridurre i ticket, dare prestazioni che oggi mancano, investire in prevenzione e nuovi servizi nel territorio (case della salute, cure primarie), indispensabili per fronteggiare l’epidemia di malattie croniche, in sintesi innovare e migliorare il nostro sistema socio sanitario.
Il 24 luglio scorso c’è stato l’incontro con l’Assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Flavia Franconi, per monitorare l’intesa sulla riduzione delle liste di attesa, ed avviare un confronto sulla non autosufficienza, i Piani Sociali di Zona, i servizi socio-sanitari per gli anziani. Speriamo – conclude – che la Regione Basilicata contrasti in maniera decisa una nuova riduzione al finanziamento del servizio sanitario regionale, in caso contrario invece di parlare di investimenti saremo costretti a fare i conti con nuove riduzioni di servizi e di prestazioni socio-sanitarie".

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