Statuto, Romaniello: “Poche innovazioni significative”

Per il consigliere del Gruppo misto “la nuova ‘carta della Regione sicuramente non ha appassionato i lucani interessati più che mai a capire qual è il futuro della Basilicata e dei propri figli”

&ldquo;Con l&rsquo;approvazione di ieri in Consiglio del titolo I &lsquo;I principi&rsquo;; del titolo II &lsquo;Istituzioni e societ&agrave; regionale&rsquo; (capo&nbsp; I la partecipazione, capo&nbsp; II i referendum, capo III gli organi di garanzia); del titolo III &lsquo;Il Consiglio Regionale&rsquo;, (capo III la funzione legislativa, capo IV la funzione di indirizzo e controllo del Consiglio); del titolo IV &lsquo;La Giunta&rsquo; (capo I l&rsquo;organizzazione, capo II la forma di governo, capo III i poteri), del titolo V&rsquo;La funzione amministrativa&rsquo;, del titolo VI &lsquo;La finanza regionale&rsquo; corrispondenti a 75 articoli su 92, considerato che gli altri due titoli (VII gli strumenti di raccordo istituzionale e VIII, tranne gli articoli riguardanti la conferenza regionale per la programmazione e il consiglio delle autonomie, sono poco significativi e tutti nel solco di quanto gi&agrave; ampiamente normato dalle altre regioni), possiamo affermare che il dibattito sullo Statuto si &egrave; chiuso&rdquo;. E&rsquo; quanto afferma il consigliere regionale Giannino Romaniello (Gm).<br /><br />&ldquo;Alla luce di quanto dibattuto in questi due giorni in Consiglio &ndash; prosegue Romaniello -, si pu&ograve; tranquillamente sostenere che la Basilicata, o meglio la sua classe politica ha perso l&rsquo;occasione per elaborare uno Statuto vero di terza generazione, capace di appassionare i cittadini e i corpi intermedi della societ&agrave; sulla &lsquo;carta&rsquo; della Regione. La societ&agrave; di Basilicata &egrave; pi&ugrave; avanti della sua classe dirigente perch&eacute; sui temi della laicit&agrave; delle istituzioni, del riconoscimento dei diritti delle persone al di l&agrave; del genere, sulla cultura dell&rsquo;accoglienza degli immigrati, sulla riforma della politica, solo per citare le tematiche pi&ugrave; significative, ha dimostrato maggiore capacit&agrave; di comprensione dei profondi e significativi cambiamenti intervenuti in quest&rsquo;ultimo decennio nei comportamenti delle persone. I diritti civili, la laicit&agrave; delle istituzioni, la democrazia e la rappresentanza intese quest&rsquo;ultime come capacit&agrave; delle classi dirigenti di scoraggiare la disaffezione dei cittadini alla politica, rappresentano la nuova frontiera su cui i cittadini giudicheranno i politici&rdquo;.<br /><br />&ldquo;L&rsquo;aver bocciato gli emendamenti su un tema qual &egrave; quello &lsquo;di garantire parit&agrave; di accesso alla competizione elettorale&rsquo;, che non significa, garanzia di elezione, come pure l&rsquo;introduzione e vincolo dei due mandati e ancora la modifica della forma di elezione del Presidente &ndash; prosegue ancora il consigliere – vuol dire non tener conto del sentire comune dei cittadini che vogliono si scegliere (e lo fanno con la preferenza) i propri rappresentanti, ma vogliono con altrettanta nettezza il cambiamento e il rinnovamento delle classi dirigenti. Dieci anni sono sufficienti ad ognuno per mettersi al servizio dei cittadini; venti paiono troppi, non a caso, l&rsquo;Italia ha la classe dirigente pi&ugrave; vecchia rispetto a tutti gli altri paesi europei&rdquo;.<br /><br />Per Romaniello &ldquo;vi sono sicuramente elementi di novit&agrave; rispetto all&rsquo;attuale Statuto (non poteva essere altrimenti) e riguardano: a) la parte attinente la dichiarazione che &lsquo;l&rsquo;acqua &egrave; bene comune da gestire in forma pubblica&rsquo;; b) &lsquo;il Consiglio sulle leggi di iniziativa popolare &egrave; costretto ad esprimersi entro sei mesi&rsquo;; c) l&rsquo;introduzione del documento di programmazione economica e finanziaria come pure la conferenza regionale per la programmazione. Punti quest&rsquo;ultimi significativi ma che non possono essere considerati l&rsquo;anima ed il cuore dello Statuto&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Uno Statuto &ndash; conclude il consigliere del gruppo misto – che &egrave; necessario licenziare quanto prima, considerato che se ne parla da quindici anni, ma che sicuramente non ha appassionato i lucani e n&eacute; ha fatto innalzare i battiti del loro cuore, interessati pi&ugrave; che mai a capire qual &egrave; il futuro della Basilicata e dei propri figli in presenza della messa in discussione dell&rsquo;esistenza stessa della regione e di una crisi economica e sociale che non ha precedenti e di cui non si intravedono segnali di superamento&rdquo;.<br /><br />

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