“Dopo il dato fortemente deludente di fonte Inps sull’attivazione in Basilicata nel primo quadrimestre 2015 di soli 246 contratti di apprendistato è il XV Rapporto annuale di monitoraggio sull’apprendistato, realizzato dall’Isfol, a confermare quanto la Uil va ripetendo da tempo: l’annuncio degli sgravi collegati all’approvazione della legge 183/2014 e l’introduzione del contratto a tutele crescenti hanno indotto un effetto di spiazzamento”. E’ il commento del segretario regionale della UIL Basilicata Carmine Vaccaro che aggiunge: “siamo di fronte ad un ennesima sollecitazione per la Regione Basilicata a seguire l’esempio della Regione Piemonte la prima, dallo scorso anno, ad avviare un percorso educativo e formativo moderno finalizzato a coniugare domanda e offerta di lavoro. L’obiettivo è creare un'alternanza continua tra formazione e lavoro e generare effetti virtuosi non solo sull’occupabilità delle persone e sulla produttività delle aziende, ma anche sul conseguimento di un titolo di studio che permetta di ottenere un inserimento lavorativo stabile”.
Secondo il XV Rapporto Isfol le assunzioni in apprendistato crescono nel corso del 2014 del 4,4% rispetto all’anno precedente, tuttavia, mentre la spinta è massima nel secondo trimestre del 2014, segue nell’ultimo trimestre una variazione negativa, che si inasprisce nel primo trimestre del 2015 (-14,3% rispetto al I trimestre 2014).
Prosegue il trend di innalzamento dell’età media dei giovani assunti in apprendistato, viceversa la classe dei 15-19enni è sempre più residuale. Nel 2014 le cessazioni di rapporti di apprendistato si contraggono del -3%. Nel 56,2% dei casi la cessazione è per scelta del lavoratore. Appena la metà dei contratti di apprendistato avviati in un anno ha una durata effettiva superiore ai 12 mesi, facendo rilevare un’elevata volatilità dello strumento. Solo una minoranza dei contratti termina alla scadenza prevista (16,6%). Nonostante questo, l’Isfol rileva che le trasformazioni del contratto da apprendista a tempo indeterminato (in questo caso i dati sono relativi al 2013) riguardano 70.158 lavoratori. “Sono dati che evidenziano la necessità di ripensare profondamente l’apprendistato di primo e terzo tipo (apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e apprendistato di alta formazione e ricerca). Bene quindi – per Vaccaro – la messa a punto di un piano per coinvolgere le scuole a dialogare di più (e meglio) con le imprese e ad offrire opportunità di formazione in azienda ai ragazzi (che vale anche per il conseguimento del diploma) in analogia a quanto accade in Germania, con il modello duale. C’è bisogno però – continua il segretario della Uil – di una rivisitazione dell’attuale sistema di accesso al lavoro, soprattutto per i giovani, che deve trovare le sue basi in 'buoni' e 'stabilizzanti' ingressi al lavoro, indirizzando coerentemente verso questi strumenti gli incentivi fiscali e previdenziali senza la quale diventa effimera non solo una crescita occupazionale, ma soprattutto un aumento dei posti di lavoro standard. Il lavoro non standard – continua Vaccaro – aumenta le probabilità di transitare verso un impiego stabile. Ci sono alcuni settori che – continua Vaccaro – offrono molte opportunità di lavoro, anche ben pagate, ma ai giovani non interessano. E così le aziende fanno fatica a trovare personale. Lavori spesso manuali e faticosi che però vengono pagati molto più di quanto potrebbe guadagnare un impiegato laureato. Parliamo di panettieri, addetti alle pulizie, figure professionali della ristorazione, autisti di mezzi pesanti, ma anche muratori e carpentieri ed operai specializzati. Continuo a sostenere – evidenzia il segretario della Uil – che l'apprendistato professionalizzante può rappresentare una boccata di ossigeno per le imprese e contribuire a creare alcune migliaia di nuovi posti di lavoro senza costi aggiuntivi per la pubblica amministrazione.
Da settembre – conclude -prende il via, infatti, la sperimentazione sull’apprendistato in tutta Italia, con fondi che superano i 100 milioni di euro, che andranno direttamente alle imprese sotto forma di agevolazioni fiscali. Un’ulteriore occasione da non sprecare”.
BAS 05