Silvio Berlusconi nel 2001 , dopo aver vinto le elezioni cercò, con il varo della legge obiettivo (L 443/2001), di tenere fede agli impegni elettorali nel dare una forte accelerazione alla realizzazione di Opere Pubbliche, ritenute di "interesse strategico per il Sistema Italia".
La Legge Obiettivo, una vera e propria legge delega, nasceva con il compito di snellire profondamente le procedure di programmazione e realizzazione delle opere pubbliche, fino ad allora bloccate da un ginepraio di norme scoordinate tra di loro, mettendo in atto una vera e proprio deregulation che, nei fatti non si è tradotta nell'intento che il governo perseguiva, ma alla luce di quanto emerge dalle inchieste, ha favorito lobby finanziarie e politiche; le cronache di questi giorni hanno messo in luce le strane commistioni tra apparati economici, finanziari e del mondo politico "che conta".
A questo punto, AFFERMA IACOVINO- una seria riflessione della programmazione, gestione delle opere pubbliche e della stessa legge obiettivo va fatta, perchè evidentemente, allo stato attuale le opere appaltate con la legge obiettivo hannp avuto, di fatti, una lievitazione dei costi pari al 40% (fonte Cresme).
Da una analisi fatta su quanto riportato dal 9° rapporto Attuazione Legge Obiettivo, emerge un dato inquietante, dal 2004 il costo delle opere approvate e finanziate dal Cipe è aumentato del 40,3% con una differenza di 26.289 milioni rispetto all'investimento iniziale.
Se consideriamo che in Spagna, Francia e Gran Bretagna – chiosa Iacovino- il costo delle opere è 10% di quanto costano in Italia; ciò è dovuto al processo di lievitazione dei costi delle opere del metodo adottato in alcune norme della legge obiettivo, tra tutte l'affidamento della direzione lavori al general contractor di un'opera.
Per capire come funzione – prosegue il segretario generale fillea cgil basilicata- in sostanza una volta identificata l'opera stategica dal CIPE, avuto l'assenso e il finanziamento l'impresa appaltatrice (general contractor) che dovrebbe essere controllata nella realizzazione “fedele” del progetto dal direttore dei lavori, di fatto viene scelto dal general contractor che, di fatto, controlla se stessa, assumendo la direzione lavori sotto la propria responsabilità; da qui il direttore generale Ing INCALZA con pressione varie inponeva la direzione dei lavori all'ing Perotti, quale direttore di 17 grandi opere, tra cui il tratto lucano della SA- RC
La differenza principale rispetto ai normali appalti in cui la società può subappaltare solo una parte dell’opera, è che il contraente generale può affidare il 100% dell’opera ad altre società. Nel caso della Sa- Rc, grande opera lucana all'interno della programmazione della Legge Obiettivo, la filiera è costituita da vari passaggi: l’alta sorveglianza dell’Anas affida i lavori al contraente generale, che a sua volta li affida a singoli affidatari, che a loro volta, possono, subappaltare i lavori ad altre società. In questo modo, la gestione dei lavori, e di conseguenza
anche i controlli della sicurezza degli operai, si disperdono passando di mano in mano.
Al general contractor, inoltre, possono essere affidati, secondo la legge 443/2001 anche la progettazione definitiva, quella esecutiva e anche tutti gli iter che portano alle autorizzazioni del progetto. In questo modo si mette in atto un processo di osmosi fra progettazione ed esecuzione lavori, facendo scomparire il normale contraddittori tra impresa appaltatrice e direzione lavori, così come solitamente avviene nei procedimenti ordinari.
Conclude Iacovino, la Sa- Rc è stata interessata in più circostanze da incidenti sul lavoro, ultimo dei quali riguardo il viadotto Italia con la morte di un operaio. Dalle intercettazioni telefoniche l'ing. Perotti, quale direttore dei lavori, dichiara di dover essere presente in quanto non si era mai recato sui cantieri. Da ciò si deduce che il ruolo di sorveglianza del cantiere e di conseguenza della sicurezza è stato minato profondamente dalla assenza dei reali controlli. Infine, un dibattito serio su una legislazione degli appalti pubblici e sulla legge obiettivo, che ormai non da più nessuna certezza nella regolarita dell'acquisizione dell'appalto e della lievitazione dei costi per la realizzazione delle opere non è più rinviabile. Noi come organizzazione sindacale, in particolare come Fillea Cgil, abbiamo in più circostanze denunciato le anomalie prodotte da un sistema di corruttele e di non curanza della nostre maestranze che quotidianamente vivono sui cantieri.
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