“Superata la prima fase di esame con il parere favorevole della Corte di Cassazione e in attesa del pronunciamento della Corte di Costituzionale sul referendum contro le trivellazioni in mare proposto da dieci Consigli regionali, di cui la Basilicata, sarebbe un grave errore politico concentrare ogni sforzo solo sul referendum”. E’ il parere del segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale “oltre a rilanciare un percorso di confronto con il Governo, cercando di superare i conflitti di competenza, è necessario mettere in campo altre iniziative anche di mobilitazione popolare. La posizione della Regione Emilia in proposito – continua – mi sembra non solo più saggia ma anche meno populista ed è sintetizzabile nell’idea di proporre al Governo una riforma robusta dell’Articolo 38 e di alcune parti dell’art. 35 del cosiddetto dl sviluppo che superi nel concreto quegli elementi di divisione e di incomprensione che hanno portato alla proposta dei quesiti referendari, e contestualmente proporre alla luce delle nuove condizioni economiche che si sono determinate nel mercato del petrolio e degli investimenti fatti sulle rinnovabili una revisione della Strategia Energetica Nazionale. Solo incidendo nelle scelte a medio e lungo periodo per la produzione energetica – aggiunge Potenza – sarà possibile per la Basilicata contare di più e quindi ottenere maggiori benefici diretti ed indiretti dall’estrazione petrolifera. Inoltre la sicurezza del territorio e la tutela degli ecosistemi marini e terrestri attraverso la conoscenza, l’innovazione, la comunicazione trasparente e la partecipazione dei cittadini non sono elementi che si possono realizzare attraverso una consultazione referendaria che sconta da troppi anni disaffezione e scarsa fiducia. E’ evidente he l’Articolo 38 presenta diversi aspetti contraddittori e di difficile attuazione. Non tanto per la presunta incostituzionalità, ma soprattutto perché accentrando a livello statale le decisioni, allontana dai territori scelte strategiche per il Paese e per le future generazioni, che necessitano invece di un forte coinvolgimento. Il problema centrale – dice il segretario DC – è quale strategia si intende perseguire per contrastare il Piano Nazionale delle aree in cui sono consentite le attività estrattive, senza affidare ogni possibilità al referendum. Inoltre l’interlocuzione con il Governo è la strada obbligata per determinare le condizioni di recepimento delle opzioni contenute nel Manifesto per la Basilicata”.
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