L’Alberghiero di Melfi chiede dissequesto macchinari

“Dopo il danno la beffa. Hanno subito il furto delle attrezzature della cucina scolastica, con riporto di danni per un valore di 15.000 euro, e non possono ancora utilizzarle, perché la refurtiva – sebbene sia stata recuperata – è ancora sotto sequestro”. È l’amara constatazione degli studenti e dei docenti dell’Istituto professionale per i servizi dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera di Melfi, storica realtà dell’istruzione professionale del Vulture, dal 2012 associata all’Istituto d’istruzione superiore “G. Gasparrini”.
Il dirigente scolastico Michele Masciale dà voce alla preoccupazione di centinaia di studenti e non dissimula l’indignazione per uno stallo che perdura da mesi: “Come si può pretendere di chiedere ai docenti e agli studenti di fare il loro dovere se non li si mette nelle condizioni più idonee allo svolgimento dell’attività didattica? I macchinari del laboratorio gastronomico sequestrati a fine aprile giacciono qui alla periferia della città. Tra qualche settimana riaprirà la scuola: come faremo?”
“È utile, a tal proposito, ricordare che il 5 maggio scorso – continua Masciale – era stata inoltrata la richiesta di dissequestro delle attrezzature, giustificando l’urgenza del procedimento in quanto già a fine anno scolastico gli studenti sarebbero stati impegnati per le esercitazioni finali. D’altro canto, l’Istituto alberghiero gode di fama nazionale per le prestigiose performance eno-gastronomiche allestite dagli studenti provetti con l’ausilio di qualificati docenti chef e pasticcieri. Quei macchinari, dunque, servono. Il 23 maggio veniva inviata una nuova richiesta di dissequestro ed il 17 giugno – ricorda il dirigente scolastico – dopo il deposito della sentenza avvenuta agli inizi di quel mese, veniva inoltrata una terza richiesta di dissequestro. Nulla da fare: ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione”.
Il dirigente Masciale lancia una provocazione: “Saremo costretti a chiedere alle madri degli studenti di accoglierci a turno nelle cucine delle loro case. Un’impastatrice elettrica, un forno a microonde e due o tre mattarelli andranno bene. Andremo di casa in casa a svolgere le esercitazioni di gastronomia e quando saranno pronti i nostri deliziosi pasticcini – conclude Masciale – li spediremo a giorni alterni al tribunale di Potenza. Spero che tutto ciò possa bastare perché lì qualcuno si ricordi che prima del dolce ci sono ben altre responsabilità da mandare in tavola”.

BAS 05

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