Il presidente del Centro studi e ricerche economiche e sociali (Cseres), rende noto che la Giunta regionale con una recente delibera non ha approvato la deliberazione del Direttore Generale dell’Arpab per l’assunzione di un mutuo di 4 milioni finalizzato all’acquisto di un immobile a Matera destinato alla sede del Dipartimento Provinciale.
La Giunta – fa sapere il presidente del Cseres – ha chiesto chiarimenti al Direttore dell’Ente in ordine al rispetto della normativa vigente in materia di acuisti di immobili da parte della P.A. con particolare riferimento a quanto previsto dalle norme in vigore e sulla previa verifica della indispensabilità’ e indilazionabilità della operazione immobiliare. Tutto questo mentre nella Città dei Sassi vi sono importati immobili pubblici vuoti come l’ex Ospedale, la sede di Via Cappelluti e l’immobile del Provveditorato alla O.P. parzialmente utilizzato. Il Centro studi e ricerche economiche e sociali sottolinea che l’intervento della Regione rappresenta un fatto positivo nell’ambito del rigoglioso mercato degli acquisti e fitti dai privati che determinano ulteriori sprechi e debiti. In questo solco si colloca il bando effettuato dal Consorzio Industriale di Potenza per una seconda sede nell’area di Tito nonostante l’esistenza di locali vuoti e non utilizzati della Regione. Sono in corso di valutazione quattro proposte: una azienda di ristorazione,Gruppo Martorano, Edilmeta e Vittorio Immobiliare. Si tratta nella maggioranza dei casi di strutture chiuse o non utilizzate finanziate per attività produttive. Particolarmente significativa è la storia dell’ex Ecoconsult. L’Asi con deliberazione n°147 del 2006 ha deciso il nulla osta per la cessione del sito e del capannone (6.972 mq di cui 456 coperti) per 470.000 euro alla Immobiliare Vittorio. Un chiaro esempio di una gestione degli immobili e delle risorse pubbliche che comporta la caduta dei livelli produttivi e occupazione per favorire la rendita fondiaria e la desertificazione industriale. Tutto questo nonostante precise norme che dovrebbero impedire gli sperperi e l’indebitamento degli Enti pubblici nella completo disinteresse degli organini controllo preposti. Sarebbe opportuno – conclude la nota del presidente del Centro studi e ricerche economiche e sociali – come è accaduto per l’Arpab che il Dipartimento Sviluppo della Regione, titolare delle verifiche, intervenisse anche in rapporto alla sentenza della Corte Costituzionale che ha azzerato i piani del Consorzi industriali della Basilicata.
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