Rosa (Lb-Fdi): la Lucania non è in vendita

Dice l’esponente di Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale: “La Lucania non è in vendita e non diventerà la “Regione Calabro-lucana”.

&ldquo;Renzi deve essersi accorto che l&rsquo;articolo 38 e soprattutto il comma 1bis, magicamente comparso anche nel deliberato consiliare dello scorso 4 dicembre, contrasta con il quadro giuridico comunitario. Quindi, le modifiche che il Governatore lucano far&agrave; finta di andare a chiedere al suo Premier sono gi&agrave; belle e scritte.&rdquo; E&rsquo; quanto afferma il capogruppo di Lb-Fdi, in Consiglio regionale. Gianni Rosa.<br /><br />&ldquo;Lo abbiamo scritto il 9 dicembre scorso, all&rsquo;indomani dell&rsquo;approvazione in Consiglio regionale della mozione sull&rsquo;impugnazione per incostituzionalit&agrave; dello Sblocca Italia. Abbiamo poteri divinatori? No. Semplicemente &ndash; sostiene Rosa – abbiamo letto qualche direttiva comunitaria e, soprattutto, la Costituzione e sappiamo interpretare alcune azioni di vecchi volponi della politica, come i Pittella&rsquo;s. Come mai nel deliberato del Consiglio regionale spunta un riferimento al comma 1bis dell&rsquo;articolo 38 all&rsquo;ultimo momento? Era gi&agrave; tutto deciso, appunto. Era la modifica che sicuramente Renzi avrebbe accettato perch&eacute; &lsquo;doveva&rsquo; accettare per sfuggire alla tagliola della Corte Costituzionale. Certo, degli opifici, della valutazione d&rsquo;impatto ambientale in capo al Governo, del titolo concessorio unico non ne parla nessuno&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Con quest&rsquo;ultimo atto notturno senatoriale (che ricorda i maxiemendamenti pittelliani all&rsquo;ultimo assestamento di bilancio) &lsquo;dall&rsquo;intesa con le Regioni si passa all&rsquo;intesa con la Conferenza Unificata&rsquo;, ovvero vengono inclusi anche gli Enti locali. Cosa sacrosanta, per carit&agrave;, imposta da Direttive comunitarie cui neanche Renzi pu&ograve; sottrarsi. Ma nulla cambia &ndash; continua il consigliere – per l&rsquo;istruttoria delle pratiche di concessione e per la predisposizione del piano che definisce i territori sui quali saranno possibili le estrazioni, atti che rimangono in capo al Governo che decider&agrave; autonomamente anche in caso di mancato accordo. L&rsquo;idea che sul petrolio deve decidere il Governo, dunque, rimane ferma, cos&igrave; come stabilito con forza nel decreto del marzo 2013 Monti – Passera che approva la Strategia Energetica Nazionale, fatta propria da Renzi e confermata, ad agosto 2014, con l&rsquo;approvazione al Senato della riforma del Titolo V&rdquo;.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; ovvio che&nbsp; la stampa di regime esalta tutto ci&ograve; come un trionfo. Come potrebbe essere possibile, altrimenti, far passare la morte annunciata di una Regione per una vittoria? Il problema, cos&igrave; come abbiamo sempre sostenuto, &egrave; pi&ugrave; ampio. Lo &lsquo;Sblocca Italia&rsquo; &ndash; aggiunge Rosa – &egrave; solo l&rsquo;ultimo tassello in ordine di tempo che porta alla disgregazione territoriale, politico – culturale della Lucania. Prima gli avamposti dello Stato, Tribunale, Corte di Appello e Polizia stradale, penitenziaria, passando per l&rsquo;espropriazione delle decisioni sulle ricchezze naturali, giungendo infine allo smembramento territoriale. Ci chiediamo: si possono decidere le sorti di un Popolo senza consultarlo? Pu&ograve; un Governo guidato da un Premier non eletto, sostenuto da forze per meri interessi di poltrona, mutare la geografia dello Stato italiano e la Costituzione stessa? Si pu&ograve;, neanche accorpare, ma dividere una Regione perch&eacute; qualcuno dall&rsquo;alto lo decide? Sembra di essere tornati al periodo coloniale, al 1885, quando, durante il congresso di Berlino, per spartirsi gli stati africani, gli europei tracciarono con il righello i confini, senza rispettare le identit&agrave; e le tradizioni. Chi lo dice che &egrave; meglio la Calabria o la Campania? Perch&eacute; non il Molise? I nostri parlamentari, come affermato da Speranza, tutelano l&rsquo;interesse nazionale. Ma quello dei cittadini i cui voti li hanno portati a scaldare le poltrone su cui siedono chi li tutela? O forse a garantire i Lucani ci dovrebbe pensare il nostro Governatore? Che, per&ograve;, pare abbia gi&agrave; venduto tutta la Regione&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Insomma, con la modifica dell&rsquo;articolo 38 si ripropone la storia gattopardiana &lsquo;se vogliamo che tutto rimanga com&rsquo;&egrave;, bisogna cambiare tutto&rsquo;. Quindi, tutta fuffa, tutto fumo negli occhi da parte di un Governo nazionale che prova a salvare il suo provvedimento dall&rsquo;incostituzionalit&agrave; e i Pittella&rsquo;s e il loro Pd dalla vera rivoluzione che sta avvenendo in Basilicata, fatta dai tanti Lucani che con forza hanno urlato &lsquo;Basta&rsquo;. Per il rilancio della Lucania avevamo proposto che diventasse &lsquo;zona franca&rsquo;, ora ci chiediamo, e chiederemo ai Lucani, se non sia meglio diventare &lsquo;autonomi&rsquo;. Se il Governo pu&ograve; fare a meno dei nostri voti &ndash; conclude Rosa – ignora le nostre richieste, ci snobba, se ne assuma le conseguenze e faccia a meno anche del nostro territorio. La Lucania non &egrave; in vendita. La Lucania ai Lucani&quot;.<br /><br /><br /><br /><br /><br />

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