Emigrazione, Napoli (Fi): la Regione adegui le politiche

“Si impone una nuova chiave di lettura del fenomeno dell'emigrazione di ieri e di oggi, individuando problemi e potenzialità”

&ldquo;Qualcosa non funziona nel mercato del lavoro, al di l&agrave; della riforma Renzi che tiene banco in Parlamento e fuori, se oggi Unioncamere segnala che in Basilicata ci sono mestieri che nessuno vuole fare, specie nei settori beni culturali e ingegneria, mentre ieri il Rapporto della Fondazione Migrantes registra l&rsquo;aumento dell&rsquo;emigrazione soprattutto giovanile ed intellettuale da tutte le regioni del Sud come la nostra. E&rsquo; evidente che bisogna interrogarsi sul fenomeno che, a differenza delle ondate migratorie del secolo scorso, &egrave; molto diverso, con in comune tra le diverse generazioni che hanno fatto le valigie in cerca di fortuna, l&rsquo;impossibilit&agrave; di trovare nel proprio paese o regione d&rsquo;origine condizioni ed opportunit&agrave; di benessere personale e per la propria famiglia&rdquo;.&nbsp; E&rsquo; quanto sostiene il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Michele Napoli per il quale &ldquo;preso atto dell&rsquo;altra Basilicata che risiede fuori (117.885 lucani&nbsp; iscritti all&rsquo;Aire-Anagrafe degli Italiani Residenti all&rsquo;Estero, secondo quanto riferisce il Rapporto), la Regione deve adeguare le proprie politiche per gli emigrati, facendo diventare l&rsquo;identit&agrave; lucana elemento attrattivo, come per trattenere le energie giovani a cui si aggiungono, gi&agrave; da qualche tempo, liberi professionisti e piccoli-medi imprenditori. Di fatto il fenomeno riguarda anche altre categorie tra cui sicuramente piccoli imprenditori del comparto artigiano che, chiusa l&rsquo;attivit&agrave; in regione, cercano nuove occasioni imprenditoriali all&rsquo;estero. Dunque non solo cervelli in fuga e giovani; con la crisi anche i 40-50enni vanno via. Si impone una nuova chiave di lettura del fenomeno dell&#39; emigrazione di ieri e di oggi, individuando problemi e potenzialit&agrave;. E tra le potenzialit&agrave; c&rsquo;&egrave; quella di far diventare i nostri emigrati i migliori &lsquo;ambasciatori&rsquo; di tutto ci&ograve; che produce la Basilicata&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Anche per questo &ndash; aggiunge Napoli &ndash; non condivido la valutazione del sottosegretario agli Esteri, Mario Giro, che non ci sta a parlare di &lsquo;fuga&rsquo; degli italiani e preferisce il temine &lsquo;scelta&rsquo;. Pur riconoscendo che per tanti giovani e imprenditori i mercati del centro-nord dell&rsquo;Italia o meglio ancora quelli tedesco, inglese e di altri Paesi esteri sono un&rsquo;opportunit&agrave; che il nostro Paese non &egrave; in grado di offrire oltre che di crescita personale, non ritengo&nbsp; – conclude l&rsquo;esponente di Fi – che le istituzioni, da quelle nazionali a quelle locali, debbano disinteressarsi del fenomeno che in Basilicata ha un effetto demografico&nbsp; pesante, tenuto conto dello spopolamento dei piccoli comuni e delle aree pi&ugrave; interne. Altra cosa invece &egrave; favorire la formazione, qualificazione-riqualificazione dei nostri giovani all&rsquo;estero aiutando economicamente le famiglie con l&rsquo;obiettivo comunque di offrire loro la possibilit&agrave; di rientro&rdquo;.<br /><br /><br />

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