Romaniello: accelerare reindustrializzazione siti produttivi

Dopo l'avviso pubblico per la ex Cutolo, il capogruppo di Sel chiede di affrontare i casi analoghi, a partire dalla ex Lucana Metalli di Melfi, dalla Lucana Calzature di Maratea e dalla Mecom di Senise

&ldquo;Dopo l&rsquo;approvazione da parte della Giunta dell&rsquo;Avviso pubblico per la reindustrializzazione del sito produttivo della ex Cutolo, che fa seguito all&rsquo;accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali, bisogna accelerare le procedure per recuperare all&rsquo;attivit&agrave; anche gli altri siti industriali dismessi su cui con le stesse organizzazioni sindacali si &egrave; ipotizzato il processo di reindustrializzazione, a partire dalla ex Lucana Metalli di Melfi, la Lucana Calzature di Maratea, la Mecom di Senise, realt&agrave; produttive che occupavano complessivamente oltre 350 lavoratori&rdquo;. E&rsquo; quanto sostiene il capogruppo di Sel in Consiglio regionale Giannino Romaniello.<br /><br />&ldquo;Si tratta &ndash; aggiunge &ndash; di recuperare competenze professionali e aree industriali, infrastrutturate e dotate di servizi, al fine di provare ad interrompere un processo di moria di aziende e perdite di posti di lavoro per ridurre la condizione di sofferenza sociale di aree territoriali e famiglie che ha effetti negativi sull&rsquo;economia locale e sugli stessi consumi. Per la ex Cutolo &egrave; prioritario garantire a tutta la platea dei lavoratori il ritorno a lavoro attraverso un serio progetto industriale che salvaguardi attivit&agrave; e posti di lavoro. Per questo ci attendiamo che il curatore fallimentare operi in sintonia con la strategia messa in campo dal Dipartimento Attivit&agrave; Produttive della Regione&rdquo;.<br /><br />Nel sottolineare che &ldquo;la vertenza ha assunto particolare gravit&agrave; quando, nel giugno 2011, la societ&agrave; ha deciso la cessazione dell&rsquo;attivit&agrave; e il conseguente licenziamento di tutti i lavoratori, per i quali sono stati attivati gli ammortizzatori sociali&rdquo;,&nbsp;Romaniello evidenzia che &ldquo;le sorgenti di acqua minerale in Basilicata rappresentano una grande risorsa che, per&ograve;, fino a questo momento &egrave; stata fonte di guadagno soltanto delle societ&agrave; intestatarie delle concessioni. La Regione ricava royalties irrisorie che non sono sufficienti neanche a coprire i costi sostenuti per gli oneri che le competono&rdquo;.<br /><br />Il capogruppo Sel ricorda in proposito &quot;le numerose iniziative promosse anche unitariamente a altri consiglieri della maggioranza volte a regolamentare le modalit&agrave; e i costi delle concessioni, l&rsquo;utilizzazione dei proventi e l&rsquo;istituzione di un Osservatorio Regionale delle Acque. Proprio la vicenda della ex-Cutolo dimostra la necessit&agrave; che la Regione debba avere sui concessionari un maggiore controllo per evitare che si apprendano tardivamente notizie su vicende importanti per le sorti societarie e per il destino delle concessioni e attivare un programma di promozione e rilancio delle acque minerali lucane che hanno conquistato una buona fetta di mercato e quindi di gradimento dei consumatori&rdquo;.

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