Per il capogruppo Pdl “un pasticcio che si poteva evitare”
“Avevo messo in guardia l’Assessore e il suo Dipartimento a non sottovalutare la volontà manifestata dalla Federazione Italiana Medici di Famiglia di sottrarsi all’adempimento imposto dalla Giunta, con deliberazione dell’11 giugno scorso (in vigore da domani), che vorrebbe far diventare i medici esattori-funzionari del fisco”. E’ quanto affermato dal consigliere Napoli che, oltre a ricordare come “all’organizzazione sindacale dei medici si è aggiunta quella dei farmacisti (Federfarma) anch’essa sulla stessa posizione”, si dice quanto mai scettico che “la risposta burocratica dell’assessore Martorano, in stretto stile tecnocrate che lo ha contraddistinto in tutti questi anni nella direzione politica alla Sanità, possa evitare disagi ai cittadini che dovranno munirsi di ricetta dal medico di famiglia e poi andare in farmacia a comprare le medicine prescritte”.<br /><br />“Dopo aver impiegato ben 19 mesi dall’impegno assunto solennemente in Consiglio regionale dall’ Assessore alla Sanità e dalla maggioranza di centrosinistra di rimodulazione dei ticket più cari d’Italia (al pari di Lombardia e Piemonte), si è voluto compiere l’ennesimo pasticcio senza consultare i diretti interessati del provvedimento, vale a dire medici e farmacisti, e senza tener conto della loro posizione contraria. Per l’Assessore – aggiunge Napoli – è sufficiente predisporre deliberazioni da far approvare in Giunta, come è accaduto per il secondo ‘fronte caldo’ della sanità lucana, quello delle strutture sanitarie private accreditate, associate ad Anisap e Federbiologi, costrette a proclamare lo stato di agitazione contro un altro provvedimento assunto senza alcuna consultazione (il nuovo tariffario sulla specialistica ambulatoriale) e che potrebbe sfociare nella chiusura dei laboratori di analisi”.<br /><br />Napoli sostiene che “siamo di fronte ad atti che continuano, purtroppo, a colpire il diritto alla salute dei cittadini, specie delle fasce più deboli e a complicare non di poco l’attività degli operatori del nostro sistema sanitario, pubblico e privato. Mentre tutte le Regioni italiane, sia quelle costrette a mantenere in vigore i ticket perché hanno i conti della sanità in rosso che quelle che, invece, come la Basilicata, hanno ripianato con proprie risorse finanziarie i deficit del sistema sanitario regionale (da noi circa 40 milioni di euro solo per il 2011), hanno definito, da tempo, un regolamento chiaro e semplice in materia di esenzione e di fasce di reddito sulle quali è stata determinata la compartecipazione dei cittadini alle spesa, la nostra Regione continua a ‘pasticciare’. Come se non bastasse il braccio di ferro con il Ministero all’Economia sul criterio prescelto dalla Giunta regionale, l’Isee invece dell’Irpef, che ha causato un ritardo di mesi, pagato dai cittadini attraverso 5 milioni di euro in più di quanto richiesto dal Governo nazionale per la farmaceutica e 7 milioni di euro in più per la specialistica ambulatoriale, secondo il report del Sole 24 Ore, adesso – dice Napoli – si continua con un sistema che è destinato a produrre disagi ai medici di famiglia, ai farmacisti, ai titolari di laboratori diagnostici e direttamente agli assistiti”.<br /><br />“Se l’Assessore e la Giunta non hanno voluto sentirci – conclude Napoli – almeno ascoltino la sollecitazione (identica alla nostra) dei pensionati della Cisl: abolire del tutto il ticket non è un’impresa impossibile, basta tagliare sprechi e spese inutili che si annidano nelle Aziende sanitarie e negli ospedali”.<br /><br /><br /><br />