“In pieno ferragosto il Ministero dello Sviluppo e quello dell’Ambiente sono attivi. Esperti in coltivazione degli idrocarburi mettono a punto le proposte per triplicare la produzione nazionale di petrolio e gas: da 10 milioni di tonnellate a 30 su un fabbisogno nazionale di 140 milioni di tonnellate. Come? Modificando i limiti di distanza off-shore per l’estrazione in mare e superando le attuali norme che regolano le competenze delle regioni,non ultima quella approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale della Basilicata. La svolta impressa dal Governo sulle estrazioni modifica notevolmente il quadro politico ed economico:la stessa scelta unitaria del no ad ulteriori trivellazioni in Basilicata, rischia di essere vanificata dalla scelte di Passera”. A sostenerlo Pietro Simonetti, presidente centro studi e ricerche economico sociali. “Occorre una rapida iniziativa. Da tempo e ‘ in corso una trattativa sulle contropartite, senza ulteriori pozzi, per ottenere maggiori risorse finanziarie,misure per il lavoro e le attività produttive visto che lo Stato incassa ogni anno 1,5 milioni per tasse varie sul petrolio lucano e l’Eni nel 2011 ha erogato 1,2 milioni per dividenti. Il confronto tecnico con Governo e Compagnie,nonostante la tenacia e l’impegno dei rappresentanti della Regione non ha sortito effetti significativi, anzi c’è del malumore all’Eni per le recenti decisioni. Le resistenze delle compagnie continueranno e si amplificheranno per il semplice motivo:gli ultimi dati del 2010 dicono che su 136 concessioni in terraferma italiana solo in 28 si pagano le royalty in mare 28 su 70 concessioni. Solo 5 compagnie pagano su 50 che operano in Italia. Nonostante tutti gli sforzi del presidente della Regione De Filippo, e di tanti altri, la Total ha escluso le imprese locali dagli appalti. La stessa vicenda dei servizi appaltati da Eni a operatori privati per il Centro oli e d’intorni e ‘piena di precarietà (che fine ha fatto la clausola sociale?) e di succosi profitti dei sub- appaltatori di altre regioni .Il Consiglio Regionale ha detto basta e basta deve essere. Occorre una grande mobilitazione e una vertenza su punti condivisi, come Scanzano, Rapolla, Melfi. L’occasione è giunta: a dieci anno da Scanzano si può replicare. Prima di tutto unità e contenuti. Il Forum cattolico propone una manifestazione a Roma: è utile. Negli anni settanta – continua Simonetti – quando il Cipe ci escluse dai finanziamenti si sviluppo il movimento del “ febbraio lucano”. Manifestammo a Roma e indicammo le proposte in Campidoglio con 10mila persone in piazza. Ottenemmo risorse finanziarie importanti (anche 600 miliardi di vecchie lire della Val Basento). Si convochi una assemblea della Autonomie locali, delle parti sociali, della forze culturali e dei movimenti e si decida su date e contenuti. Tocca anche alle organizzazioni sindacali indicare priorità tenuto conto delle recenti dichiarazioni del Ministro Barca sui fondi per gli ammortizzatori e per la necessità di trovare i fondi per il reddito minimo, come momento transitorio, per i giovani e per la rete istituzionale lucana”.
bas 06