E’ stata inviata questa mattina alla Giunta regionale, al Consiglio e alle parti sociali una proposta di legge sul reddito minimo garantito e per il piano regionale per il lavoro. Lo rende noto Pietro Simonetti, presidente del Centro studi e ricerche economico-sociali
“L’approvazione di una legge regionale sul reddito minimo garantito – afferma Simonetti – è importante per affrontare i prossimi anni che non garantiranno pienamente gli sbocchi occupazionali necessari. La Basilicata potrebbe essere alla testa del confronto con il governo nazionale che ha messo in agenda questa misura. Ricordiamo a chi dovesse parlare di assistenza che, quando si tratta di imprese, i finanziamenti pubblici si definiscono incentivi, quando si tratta le persone si parla di assistenza. Si potrebbe cominciare nella nostra regione – aggiunge – a sperimentare l’intervento, tenendo anche conto degli aspetti postivi, ma anche negativi, dell’esperienza relativa al reddito di cittadinanza solidale. Nei mesi scorsi ci siamo confrontati anche con la Chiesa su una norma per sostenere i giovani e i bassi redditi. Si tratta di un’ipotesi aperta, messa a punto con esperti locali e nazionali, associazioni e forze sociali, politiche e culturali. Il testo e le proposte potranno essere valutati e integrati”.
“E’ chiaro che questo intervento – sottolinea ancora Simonetti – vive dentro un piano per il lavoro e politiche industriali adeguate, si dovrebbe aggiornare il testo commissionato a suo tempo al professor Paolo Leon. Un piano per riutilizzare i cassa integrati e i lavoratori in mobilità, un progetto per la pubblica amministrazione non statale, la ristrutturazione degli interventi nel settore ambientale per aumentare i livelli occupazionali e di reddito per dare risposte ai disoccupati. Non la politica dei due tempi, prima lo sviluppo poi il lavoro e il reddito, ma una proposta complessiva da definire e gestire con il nuovo programma della giunta regionale.
E ci sarebbero anche le risorse finanziare e umane per costruire una svolta di politica attiva. “Dal piano 2007/13, ai finanziamenti non spesi per la mancata attuazione dei progetti di reindustrializzazione, a quelli del piano Val d’Agri e dei residui del bando Val Basento. C’è poi la trattativa con il governo per l’attuazione dell’articolo 20 del decreto sviluppo, interventi integrativi e finanziari a fronte dalla coltivazione petrolifera in Basilicata, da concludere, per legge, entro cinque mesi. Si potrebbero aggiungere – conclude – le risorse comunitarie ferme a livello nazionale secondo le dichiarazione del ministro Barca e la messa a regime delle ultime misure adottate per il credito d’imposta, l’autoimpiego, lo snellimento delle procedure”.
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