Il consigliere regionale del Pdl chiede all’amministrazione comunale di fare un passo indietro: “Ammettano che hanno compiuto un gesto inopportuno e sbagliato e rimettano la bella targa commemorativa al povero Ramelli”
“Ho appreso con stupore la decisione dell’amministrazione di Tolve di togliere la targa e l’intestazione della villa comunale a Sergio Ramelli, giovane militante del Fuan del quale oggi ricorre il 37° anniversario della morte. Morte causata dopo essere stato codardamente aggredito da militanti di Avanguardia Operaia a colpi di chiave inglese. Ramelli aveva solo 18 anni ed era uno studente, reo soltanto di avere idee e militare in un’organizzazione giovanile di destra. Provo amarezza per la decisione del sindaco di Tolve Viggiano di eliminare nottetempo una targa commemorativa che era lì dal 2004, un gesto che lede la memoria di un giovane innocente che ha pagato con la vita la sua indipendenza e libertà di pensiero. Un gesto che a mio parere offende tutti i veri democratici, di ogni opinione e credo politico; perché un ragazzo morto negli anni di piombo non è né di destra né di sinistra: è solo una vittima del terrorismo e basta solo questo a far comprendere l’inopportunità e lasciatemelo dire anche la stupidità istituzionale di quel gesto”. E’ l’opinione del consigliere regionale del Pdl Mario Venezia.
“Se il sindaco di Tolve, la sua Giunta e la sua maggioranza sono dei veri democratici e dei veri italiani – aggiunge l'esponente del Pdl -, allora facciano un passo indietro, ammettano che hanno compiuto un gesto inopportuno e sbagliato e rimettano la bella targa commemorativa al povero Sergio. Sono un uomo di destra, lo sono sempre stato e ho rispettato qualunque vittima innocente delle barbarie e dell’inciviltà che chiamiamo semplicemente col nome terrorismo. Non ho mai diviso tra vittime buone e cattive, degne di essere commemorate o dimenticate. Questo invece l’ha fatto l’amministrazione comunale di Tolve cadendo in un bieco e inutile antifascismo di maniera, antistorico e anche rozzo che ha avuto il solo risultato di aver ucciso per una seconda volta uno studente milanese”.