“Quello che più ci preoccupa tra i contenuti della legge di stabilità, con le modifiche introdotte alla Camera, è l’ accanimento sul gasolio agricolo: il contingente di carburante viene ridotto del 10 per cento rispetto al 5 per cento previsto dal testo originale. Riteniamo assurdo che si vadano a colpire le imprese agricole, in particolare le serre, che proprio sul fronte del carburante stanno pagando costi opprimenti, soprattutto dopo i rincari degli ultimi mesi e la cancellazione dell’accisa zero”.
E’ quanto afferma in una nota la Confederazione italiana agricoltori della Basilicata, rinnovando la richiesta per un azzeramento dell’accisa che non riguardi soltanto le strutture serricole, ma la totalità delle aziende che operano in agricoltura. Per la Cia è necessario prevedere un piano agronergetico per conseguire il pareggio energetico in agricoltura anche attraverso forme di compensazione per la risorsa idrica e pareggio energetico da parte dei consorzi di bonifica, oltre a favorire produzioni di energie rinnovabili per autoconsumo, acquisti collettivi, accrescere la produzione di colture a basso utilizzo di carburanti e l’impiego di oli vegetali.
“Un discorso a parte merita l’Imu. Attendiamo ancora – sostiene la Cia – la convocazione da parte del governo per fare il punto sull’imposta. Accogliamo con soddisfazione lo slittamento di un anno della prevista rivalutazione dei redditi domenicali ed agrari e della nuova tassazione sulle società agricole. Giudichiamo infine positivo il congelamento dell’Iva al 10 per cento. L’aumento di un punto percentuale avrebbe colpito prodotti come carne, pesce, yogurt, uova riso, farine, miele e zucchero. E le conseguenze sui consumi alimentari, che continuano a diminuire, sarebbero state disastrose”.
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