Digilio (Fli): no a macroregione, sì a due Province

“Più che cittadino della macroregione appulo-lucana-molisana, come vorrebbe il ministro Patroni Griffi, rispolverando l’ormai famoso studio della Fondazione Agnelli, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, preferirei la cittadinanza della provincia di Potenza come, sono certo, i materani vogliano quella della provincia di Matera”. A sostenerlo è il sen. Egidio Digilio, componente della Commissione Affari Istituzionali del Senato e coordinatore regionale di Fli.
“Intanto il Ministro prima di rilasciare interviste ai giornali sul futuro immediato delle Province sino alla “minaccia” di interrompere subito la consiliatura di quelle già soppresse d’autorità e dopo “sistemare” le Regioni – dice Digilio – dovrebbe sentire il dovere di esporre le sue idee e quelle del Governo, che abbiamo sinora lealmente sostenuto, in Commissione Affari Istituzionali del Senato dove quasi ogni giorno arrivano proposte di modifiche di statuti regionali e di “distacco” di Comuni da una regione ad un’altra, oltre che disegni di legge sulla riforma del Titolo V della Costituzione”.
“Nel merito delle macroregioni, capisco che questo non è certamente il momento migliore per difendere le Regioni colpite quasi tutte da vicende relative all’utilizzo di finanziamenti pubblici, anche se non condivido la generalizzazione di rilievi ed accuse molto spesso di natura etica più che legale, ma – afferma Digilio – si rafforza la mia convinzione che se proprio si devono ridurre le Regioni, sarebbe opportuno dare funzioni e competenze alle Province, le istituzioni territoriali che sopravviverebbero al centralismo dei tecnici di Governo e più vicine ai cittadini”.
“Quanto alle cosiddette rassicurazioni del Ministro Patroni Griffi sulle reali intenzioni che “non sono un attacco all’autonomia delle Regioni né una controriforma” mi ricordano la favola di cappuccetto rosso e siccome non credo più alle favole – conclude Digilio – non credo nemmeno al professore chiamato a mettere ordine nella Pubblica Amministrazione, a partire dall’alta dirigenza ed invece se la prende con gli impiegati che hanno congiunti malati da assistere in famiglia”.
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