Petrolio, Romaniello (Sel): si vuole esautorare la Regione

Il capogruppo di SEL esprime contrarietà all’approccio dato dal Governo alla questione energia. “A decidere siano le popolazioni lucane”

"L’art. 20 del decreto sulle liberalizzazioni, che pare domani approverà il Consiglio dei Ministri, richiede un’attenta valutazione politica e di conseguenza una nuova forte iniziativa”. A sostenerlo è il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, riferendo che esso prevede che “al fine di favorire gli investimenti di sviluppo delle risorse energetiche nazionali strategiche di idrocarburi, garantendo maggiori entrate per lo Stato, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite le modalità di destinazione di una quota di tali maggiori entrate per lo sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi e dei territori limitrofi”.

“Dunque se qualsiasi cittadino legge la norma, senza approfondire la relazione allegata – sottolinea Romaniello – rischia di considerare l’articolato una norma di principio la cui attuazione è tutta da definire nell’arco dei sei mesi futuri, prevalentemente riguardanti le modalità di utilizzo delle maggiori risorse rivenienti dalla estrazione di idrocarburi. Leggendo invece la relazione, si apprende che ciò può avvenire non solo con l’attuazione degli accordi già sottoscritti fra compagnie e Regione Basilicata ma attraverso il raddoppio delle estrazioni in oggetto”.

“Siamo cioè di fronte ad una volontà che – afferma il capogruppo di SEL – punta nei fatti a liberalizzare definitivamente i permessi di ricerca ed estrazione, esautorando definitivamente la Regione da qualsiasi scelta e decisione in tema di energia e sviluppo, spostando tutto sulla questione economica e di utilizzazione delle eventuali maggiori risorse rivenienti dalle attuali percentuali di royalties e maggiori entrate fiscali per lo Stato. Una ipotesi questa che assolutamente non ci convince e che non pone, come è giusto che sia, la questione delle percentuali di royalties, oggi irrisorie e tema centrale, in capo alla Regione le decisioni riguardanti le autorizzazioni e quindi la definizione di procedure ed aree eventualmente esplorabili per la estrazione”.

“Nell’epoca della enfatizzazione del federalismo – continua Romaniello – assistiamo al vecchio ed oramai superato centralismo in cui tecnostrutture ed apparati burocratici pensano di poter continuare a decidere il futuro di interi territori del Sud la cui esperienza passata ci dice essere state una delle cause principali del mancato sviluppo. Sul petrolio e il futuro della nostra Regione devono decidere le popolazioni Lucane che non possono accettare di pagare prezzi altissimi sul versante ambientale e della salute per farsi carico degli interessi nazionali. Gli impianti di idrocarburi non solo sono come detto nella relazione, in competizione con altre attività economiche di sfruttamento del territorio, sono anche di ostacolo ad uno sviluppo di qualità che crea maggiore occupazione come appunto ammesso nella stessa relazione”.

“Alla luce di tutto quanto registrato fino ad oggi in tema di petrolio in Basilicata – conclude il capogruppo di SEL – non possiamo che esprimere la nostra contrarietà all’approccio dato dal Governo alla questione energia e chiediamo all’intero centro sinistra di Basilicata di definire con chiarezza la strategia in materia energetica partendo dalla consapevolezza che l’attuale carico ambientale che la regione sopporta è più che sufficiente ed il futuro deve essere lo sviluppo delle fonti rinnovabili che tra l’altro, oltre a non rovinare l’ambiente e la salute, creano più occupazione e lavoro di qualità”.

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