Ospedale di Venosa, l’Api: serve una pausa di riflessione

Singetta, Rapolla e Lavorano chiedono alla Giunta regionale e soprattutto all’assessore al ramo di intensificare le loro azioni al fine di garantire sicurezza ai cittadini e tranquillità nell’erogazione delle cure

“Non è facile intervenire sulle vicende che stanno creando notevoli preoccupazioni in ordine alle azioni connesse alla riorganizzazione dell’Ospedale S. Francesco di Venosa senza correre il rischio, da un lato, di assumere posizioni non sempre compatibili con l’assetto complessivo delle norme che regolano l’intera vicenda e vincoli di bilancio, dall’altro di sembrare in distonia con le pur legittime rivendicazioni dei cittadini di Venosa e degli abitanti dell’Area dell’Alto Bradano. E’ però un rischio che vale la pena di correre per cercare di individuare soluzioni possibili che coniughino le esigenze di bilancio con le giuste necessità di un territorio e di una città blasonata che si vedono depauperati di importanti risorse”.

E’ quanto affermano in una dichiarazione i rappresentanti di Alleanza per l’Italia: Alessandro Singetta, capogruppo in Consiglio regionale, Felice Rapolla, segretario provinciale ed Ezio Lavorano, segretario cittadino.

“Bisogna – continuano – garantire il diritto alla salute per tutti ed una sanità di qualità, obiettivi da raggiungere in tempi brevi e da consolidare. Certo, ci rendiamo conto che non è facile, in questo momento, dimenticare gli sprechi che hanno contraddistinto, anche in tempi recenti, la gestione della ex Asl n.1 di Venosa o le ingenti risorse impiegate solo un paio di anni fa per la riorganizzazione dello stesso nosocomio venosino. Ma non si può evitare di evidenziare che la coesione, anche territoriale, deve ancora rappresentare un valore su cui fondare la convivenza nella nostra Regione, e neppure si possono nascondere le carenze infrastrutturali che ancora caratterizzano – in particolare – l’area del Vulture, o le stesse difficoltà dell’Ospedale di Melfi di garantire elevati ed uniformi livelli di assistenza”.

“Sarebbe opportuna una pausa di riflessione – affermano ancora gli esponenti dell’Api -, al fine di rimodulare gli interventi previsti e proiettarli verso una migliore qualità dei servizi ed un uso più appropriato delle risorse pubbliche, anche considerando le oggettive carenze strutturali dell’ospedale di Melfi che provocano: difficoltà di intervento delle unità operative chirurgiche, l’allungamento sine die delle liste di attesa, mobilità passiva verso i territori regionali contermini”.

“Vanno considerate altresì le già evidenziate gravi carenze infrastrutturali dell’area, e la lunga tradizione della specialità chirurgica svolta a partire dal 1961 presso l’ospedale di Venosa. Ecco perché – concludono i dirigenti dell’Api – chiediamo alla Giunta regionale e soprattutto all’assessore al ramo di intensificare le loro azioni al fine di garantire sicurezza ai cittadini e tranquillità nell’erogazione delle cure, prevedendo, accanto a quanto stabilito [nucleo Alzheimer nel reparto RSA, medicina riabilitativa, lungo degenza, ecc.] anche l’immediato ripristino del Pronto soccorso h 24, e l’attivazione, soprattutto per i reparti di otorinolaringoiatria, chirurgia generale e oculistica, della chirurgia di day surgery, ovvero la possibilità di effettuare interventi chirurgici o anche procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive e semiinvasive in regime di ricovero limitato alle sole ore del giorno, con eventuale pernottamento, in anestesia, loco-regionale o generale. Facendo ciò, si metterebbe in condizioni il Centro di Riferimento Oculistico Regionale, con sede a Venosa, di svolgere compiutamente le funzioni allo stesso affidate con atti posti in essere dalla stessa Giunta regionale”.

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