Per l’esponente di Api è necessario introdurre procedure di evidenza pubblica sia nella scelta delle società di selezione che nella individuazione dei manager
“Le recenti nomine dei Direttori delle Aziende Sanitarie di Potenza e Matera, nonché del CROB, hanno riacceso la discussione sui criteri di selezione di persone chiamate a ricoprire ruoli importanti nel sistema pubblico regionale”.E’ quanto sostiene il consigliere regionale del gruppo Api, Alessandro Singetta, il quale fa notare che “al di là dei termini, a volte criptici ed altre troppo improntati ad un ‘politichese’ ormai stantio, le valutazioni espresse dimostrano chiaramente come il criterio sin qui utilizzato lasci adito a dubbi, perplessità, incertezze rispetto al principio di buon andamento ed imparzialità della Pubblica Amministrazione”.
“Al di là del sin troppo scontato rispetto per le persone nominate – sostiene il consigliere – si registra una crescente malessere rispetto a decisioni troppo condizionate dalle appartenenze politiche. Ritengo opportuno che tale discussione non venga limitata a pochi comunicati stampa letti solo dagli addetti ai lavori e poi subito dimenticati, ma possa essere la base di partenza per applicare ed accentuare il principio della separazione fra compiti di indirizzo e programmazione e compiti esecutivi e di gestione. In sostanza: è necessario modificare il sistema di selezione dei manager pubblici introducendo meccanismi di tipo sostanzialmente concorsuale nel criterio di ricerca, selezione e nomina, esternalizzando l’intera procedura di individuazione e di nomina dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie e di tutti gli amministratori degli enti e delle aziende regionali ad una o più società di selezione scelte tramite apposito bando di gara. Al riguardo presenterò nei prossimi giorni una proposta di legge”.
“E’ chiaro – continua Singetta – che, in tal modo, si introdurrebbero procedure di evidenza pubblica sia nella scelta delle società di selezione che nella individuazione dei manager che sarebbero indicati dalle prime, ovvero da soggetti che non avrebbero alcun interesse diretto o indiretto rispetto ai nominati. Le nomine, pertanto, sarebbero sottratte alla politica. Che, in tal caso, farebbe un passo indietro: o, forse, due in avanti”.