“L’annuncio ieri da Rionero, dal convegno della Cisl, del Presidente De Filippo di non meglio precisate richieste di nuovi insediamenti per l’indotto Fiat a San Nicola di Melfi ha registrato tre fatti contemporanei: l’inaugurazione in Serbia dello stabilimento Fiat di Kragujevac, dove sara' prodotta la nuova Fiat 500L; la presentazione del nuovo statuto del Consorzio Asi di Potenza; il furto di materiale da uno stabilimento, si badi bene, non per tentare di monetizzare ma da utilizzare per la propria impresa. Siamo di fronte al più classico dei casi di annuncio ad effetto che non tiene conto di quanto sta accadendo nell’apparato produttivo e nel mondo lavoro dove disperaz”.
A sostenerlo è il segretario regionale di Fli sen. Egidio Digilio, per il quale “intanto De Filippo farebbe bene a rendere note le informazioni di prima mano che dispone dall’a.d. Fiat Marchionne per consentirci di capire quali sono le sue reali intenzioni: trasferire produzioni di auto all’estero, come è avvenuto in Serbia, con 3.400 nuovi posti di lavoro diretti ed indotti, per effetto del costo del lavoro minore, e per quel clima dinamico e favorevole agli investimenti esteri di cui parla il manager Fiat, oppure continuare a credere nell’area San Nicola di Melfi come dice il Governatore. Quando ascolteremo le stesse parole pronunciate da Marchionne in Serbia (“per la Fiat sara' un privilegio partecipare alla crescita ed allo sviluppo dell'industria di questo Paese") riferite alla Basilicata e al nostro Paese?”.
“A parte le vicende della Fiat che, mi rendo conto, non dipendono solo dall’interlocuzione, pure necessaria, tra Regione e Gruppo Automobilistico torinese, mi pare di capire che le speranze di industrializzazione della nostra regione sono affidate adesso al nuovo Statuto dell’Asi di Potenza e all’effetto dimagrimento del Consiglio d’Amministrazione. Sarà pure importante disporre di un contenitore adeguato a fronteggiare la complessa situazione industriale, e sottratto a logiche di spartizione politica, solo che – continua Digilio – siamo sempre in attesa di conoscere i contenuti, vale a dire quali azioni si intendono mettere in campo non solo per non far scappare la Sata e ridurre l’indotto, quanto per attrarre nuovi investitori. La storia dei manovali che vanno a rubare in un capannone materiale di lavoro che non sono in grado di comprare – conclude Di Gilio – dice più di qualcosa”.
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