Piano dimens. scolastico: Viti replica a Mattia e Romaniello

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“Dopo l’approvazione del piano si lavorerà ad un progetto che ricomponga indirizzi e territori al servizio della scuola lucana”

“Credo sia opportuna una replica ai comunicati stampa del Consigliere del Pdl Franco Mattia e del capogruppo Sel, Giannino Romaniello sul tema del dimensionamento scolastico”. Lo dichiara l’assessore alla Formazione e Cultura, Vincenzo Viti.
“Mi sento in dovere, nel riportarmi alla mia relazione illustrativa e programmatica sulla pianificazione scolastica, – prosegue – di rendere una più corretta informazione sull’intenso lavoro svolto sull’argomento dal Dipartimento nei mesi scorsi e che pure è dettagliatamente descritto nella documentazione allegata alla delibera della Giunta Regionale.
Come ampiamente descritto infatti sul delicato tema del dimensionamento sono stati dedicati sette mesi di lavoro non solo dagli Uffici regionali preposti ma da tutte le componenti del Tavolo Tecnico Interistituzionale Permanente, l’organismo istituito dalla Giunta regionale nel 2011 e dedicato a tutti i temi della scuola. Al Tavolo, com’è noto, hanno sempre e direttamente partecipato i rappresentanti dei soggetti istituzionali e delle parti sociali coinvolte o comunque interessate dai processi di razionalizzazione della rete scolastica. Mi riferisco alle due Province di Potenza e Matera, autori principali della programmazione scolastica, all’Anci, all’Ufficio Scolastico regionale della Basilicata, ma anche a tutte le organizzazioni sindacali del settore scuola, Cgil, Cisl, Uil, Snals, Anp. Tutti hanno seguito assiduamente il percorso di condivisione delle Linee Guida regionali, iniziato nel luglio scorso, così come delle proposte di Piani e hanno fornito il proprio contributo dialettico e di esperienza professionale nelle scelte, quest’anno ancora più faticose a causa del susseguirsi di norme sempre più stringenti. Nessuno si è sottratto alla necessità di dialogare, anche laddove sarebbe stato più comodo fingere di ignorare che la difficile situazione finanziaria di questo momento, sintetizzata dalle leggi nazionali di stabilità che hanno investito anche il sistema scolastico, potesse evitare un intervento innanzitutto sulla riduzione della spesa dell’intero sistema scuola.
Come ho detto in Consiglio regionale, il percorso condiviso è frutto di un equo contemperamento tra la necessità di conseguire nel tempo la stabilità delle istituzioni scolastiche, di rispettarne le identità e la storia anche attraverso la conservazione dei presidi sul territorio, ma anche di tutelare il personale docente, non delegando al Ministero scelte dettate da ragioni puramente contabili, pur assicurando al governo centrale, gradualmente e senza tagli brutali e non meditati, i risparmi di spesa imposti dalle norme.
La triennalità, fondamentalmente, favorisce la gradualità delle scelte e rappresenta una grande occasione per avviare un lavoro che accompagni razionalmente, anche attraverso azioni di ricomposizione degli indirizzi e di raccordo con i territori, le conclusioni di un processo complesso e difficile.
La prospettiva triennale infatti non deve essere vissuta come una razionalizzazione passiva indotta dalle norme generali e dalle logiche della Finanza Pubblica ma come una grande prospettiva di riforma. Anzi il lavoro che il Dipartimento si appresta a compiere, anche in virtù della delega a operare in questa direzione che io stesso ho chiesto al Consiglio Regionale, consisterà proprio nel porre mano, sin da subito, ad una razionale rivisitazione del campo, così da definire le linee del sistema scolastico regionale nel segno della ricomposizione degli indirizzi, del superamento ulteriore delle pluriclassi, della rilettura delle vocazioni del territorio nell’obbiettivo del rinnovamento migliorativo dell’offerta formativa lucana attraverso un processo meditato, graduale e condiviso di ripensamento complessivo della scuola lucana.
E dunque sono costretto a chiedere, rispondendo a commenti che non potrei condividere senza sentirmi irrispettoso verso tutti gli attori di questo capitolo della storia regionale, se sia corretto liquidare oltre dieci lunghe riunioni rigorosamente verbalizzate del Tavolo Tecnico, almeno altrettante consultazioni sul territorio da parte delle Province e dei Comuni, delicati lavori di composizione delle istanze da parte dei rappresentanti istituzionali, nonché il lavoro compiuto dalla IV Commissione consiliare e in ultima istanza dal Consiglio regionale come “qualche passaggio” o mero “aspetto formale e procedurale” di facciata, quasi distrattamente consumato nel tempo libero.
Così come sembra – in tutta onestà – tanto ingiusto quanto contraddittorio bollare di “autorefenzialità” proprio un percorso improntato alla condivisione, alla partecipazione attiva e allargata, al rispetto delle competenze e dei ruoli di ciascuno”.

BAS 05

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