Navazio (Ial) su strategia energetica nazionale

“Cambio di passo o imposizione a danno dei territori?” Il consigliere si pone il quesito e precisa “la politica si impegni in una discussione anzitempo. Noi vogliamo interpellare i territori, rafforzandone la incisività della partecipazione”

“La strategia energetica nazionale approvata dal Consiglio dei Ministri della scorsa seduta ha fini ambiziosi. L’obiettivo principale del documento, in consultazione per sei settimane, è quello della riduzione delle bollette. Gli altri sono il rispetto degli impegni ambientali del 2020, la sicurezza degli approvvigionamenti e lo sviluppo delle energie verdi. Passando, ma questo il Ministro ovviamente non lo dice, sulla testa delle popolazioni”. A sottolinearlo il consigliere regionale del gruppo Io Amo la Lucania, Ernesto Navazio, il quale ricorda che “il primo piano energetico in Italia risale al 1988 e, da allora, molto cose sono cambiate: basti pensare al gas che ha preso il posto del petrolio, al nucleare che oggi è del tutto scomparso. Il documento suscita, a secondo l’angolo di visuale, consensi, critiche e interrogativi. Per il momento vogliamo focalizzare la nostra attenzione sulla questione idrocarburi e sulla relativa modernizzazione del sistema di governance”.

“Il documento, a chiare lettere – precisa Navazio – ritiene importante affrontare la modifica della Costituzione per riportare in capo allo Stato le competenze legislative in materia di energia, per quanto riguarda le attività e le infrastrutture energetiche di rilevanza nazionale. Auspica una ‘limitata’ (quasi chirurgica) modica dell’art.117 della Costituzione che elimini la legislazione concorrente per tale tipo di infrastrutture. In parallelo, e questa sarebbe la novità, affronta la ‘questione’ del coinvolgimento dei territori, introducendo l’istituto del ‘dibattito pubblico’ che dovrebbe assicurare, prima dell’avvio del procedimento autorizzativo, la conoscenza delle finalità e delle caratteristiche dell’infrastruttura o dell’impianto da realizzare, in modo da aiutare l’inserimento dell’opera nel territorio e nel contesto economico-sociale”.

“ Il ministro Passera – continua il consigliere – non fa mistero, quindi, della necessità di una decisione statale che superi la durata attuale dei procedimenti amministrativi. Gli viene in soccorso il Presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, recentemente affidatario di un intervento pubblico a Potenza da parte del dipartimento Attività produttive. “È ingiusto che le popolazioni locali vadano ad impedire lo sfruttamento di risorse che sono statali” questo il suo commento. Proprio così è ingiusto. Concordando, inoltre, con quanto previsto dalla recente legge di stabilità del 9 ottobre in termini di ritorno allo Stato della competenza esclusiva in materia di energia. L’intero sistema lobbistico italiano non fa mistero dei maggiori vantaggi derivanti dal piano di investimento previsto dalla Sen. L’attivismo di Snam/Terna, Enel green power, Alerion, Falck Renewables, solo per citarne alcuni, non è un mistero per gli analisti del settore. Alla nostra Basilicata viene riconosciuto il ruolo strategico in materia di politica energetica nazionale, così come è netto il giudizio negativo sul potenziale industriale ancora da valorizzare. Perché siamo all’anno zero”.

“La consultazione – aggiunge Navazio – diventa a questo punto importante. Nelle nostre risposte facciamo capire quanto sia ‘ingiusto’ il prezzo che stiamo pagando. Un merito lo si intravede nel documento. Al di là della forma di presentazione, che fa molto McKinsey, ha il pregio di spazzare via le cose dette e poi rimangiate, i tentativi di imporre interessi mascherati da buone cose da parte delle compagnie petrolifere. Hanno gettato la maschera e ci avviamo in un confronto/scontro. Per avere sempre la parola. O per subire le scelte che altri faranno da dietro una scrivania. Si può credere allo sviluppo industriale senza riserve ed in modo opposto in un’idea ragionata di sviluppo. Capendo ciò che succederà fra 20 anni, quando i pozzi non ci saranno più. Quando faremo i conti con ciò che sarà rimasto dalla estrazione. Per secoli. Nelle prossime settimane il documento interpellerà tutti gli attori, principali e non (stakeolder nazionali specialmente), coinvolti, direttamente ed indirettamente nel settore energetico”.

“Noi – conclude Navazio – vogliamo interpellare i territori, rafforzandone la qualità e la incisività della partecipazione. La politica si impegni in una discussione anzitempo. Per uscire dall’ immagine che ci vogliono contrari a priori e peggio, come molti sostengono, ostili a causa di una mancanza di informazioni affidabili e concrete sull’infrastruttura da realizzare e sui suoi reali impatti sul territorio e sull’ambiente. Il Governo ha fatto la prima mossa. La politica locale faccia la seconda! Ora. Senza aspettare il prossimo esecutivo che avrà in eredità l’intero pacchetto. Nulla avviene per caso!”.

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