La crisi che colpisce la sanità pubblica si riversa sulle famiglie che non riescono più ad accollarsi il peso delle rette per mantenere gli anziani nelle case di riposo e nelle residenze sanitarie assistite. È un problema sociale ma anche economico, poiché in queste condizioni saranno molte le persone che si troveranno costrette a rinunciare a delle opportunità di lavoro per assistere un familiare, soprattutto se non autosufficiente.
Vincenzo Pardi, segretario generale dei pensionati Cisl di Basilicata, lancia l’allarme: “I tagli ministeriali e i conseguenti tagli regionali e comunali non tarderanno a sortire gli effetti. E così, la nuova frontiera occupazionale costituita dai servizi alla persona rischia di essere un boomerang, perché le rette sono troppo alte e le famiglie non ce la fanno a sostenerle. Ma non ce la fanno più neanche ad assumere un’assistente familiare. La conseguenza è che solo i benestanti potranno permettere agli anziani un’esistenza dignitosa, facendosi lodevolmente carico dei propri congiunti, mentre chi vive ai limiti della soglia di povertà dovrà rinunciare a ogni prospettiva”.
Pardi propone di trovare una via di mezzo tra la condizione di chi può permettersi un posto in case di riposo e chi non può. Prevedendo magari aree di assistenza a minore intensità, con meno servizi, e quindi a minor costo per l' utenza: “Si potrebbe pensare di utilizzare contenitori esistenti nei paesi lucani, o di costruirne di nuovi, utilizzando una piccola parte delle royalties petrolifere. Nei nostri centri non c’è più bisogno di rinnovare i centri storici, ma di elevare la qualità della vita dei nostri anziani, che stanno aumentando in maniera esponenziale. Dare loro la possibilità di un’assistenza in loco significherebbe non allontanarli dal loro paese e, allo stesso tempo, offrire ai giovani disoccupati del posto un’opportunità di tipo occupazionale. Le royalties contribuirebbero a calmierare i costi delle rette e a garantire a tutti (anche ai pensionati al minimo) una possibilità di cure dignitose”.
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